di Renato Bona
Prende il via un nuovo anno scolastico e l’occasione ci è parsa propizia per una “rilettura” dell’ottimo, ponderoso volume col quale Luigi Rivis con le efficaci collaborazioni di Dino Bridda e Paolo Conte, nell’ottobre del 2005 dava alle stampe per Assindustria Belluno, con la tipografia Piave: “Belluno 1905-2005: un secolo dell’Istituto tecnico industriale ‘Girolamo Segato’”. Ricercatore ed autore di testi di storia locale, Rivis, che del “Segato” è stato allievo (e per un certo periodo anche docente conseguendo il diploma di perito elettrotecnico), ha il merito, fra molti altri, compresa la realizzazione del volume di cui ci occupiamo (in copertina la prospettiva del progetto di ampliamento della scuola: in un disegno del 1953; verso Via Tasso-Piazza Piloni la facciata del nuovo fabbricato verrà ridisegnata successivamente dall’architetto Mario Sanzovo – ndr.) e di essere stato promotore e coordinatore dell’iniziativa per ricordare i cento anni di vita di quella che è una autentica, preziosa istituzione scolastica: l’Itis appunto. Per la circostanza venne costituito un comitato promotore ed organizzatore delle iniziative con: Luigi Rivis, Paolo Conte, il dirigente scolastico Gerardo Cavaliero, l’allora presidente del consiglio d’Istituto Mario Fontana, i docenti Emilio Bianchi e Mauro Da Rold, l’ex insegnante Luiberto Croce, la direttrice amministrativa Annalisa Fagherazzi, l’ex assistente amministrativa Antonietta Gava Vidalino, il rappresentante del Collegio dei periti industriali di Belluno, Renzo Montresor, il pubblicista Dino Bridda quale addetto stampa. E veniamo al volume le cui quasi trecento pagine sono suddivise nei seguenti10 capitoli e un’appendice: “L’istruzione tecnica fra ‘800 e ‘900 (problematiche generali, il ‘patronage’ di imprenditori illuminati, la situazione in provincia di Belluno)”; “Nasce l’ìdea di una scuola industriale (Domenico Antonio Fabris, il commerciante che vide lontano, L’opera dei promotori, Per una ‘Scuola industriale teorico-pratica’, Il progetto entra a palazzo Piloni, Antonio Marco Federici, un militare prestato alla politica, Il contributo di altri benefattori)”;”La scuola inizia la sua avventura (Gli ultimi adempimenti prima dell’avvio, 26 marzo e 6 novembre 1905, date storiche, Primi passi e riconoscimenti, La scuola si attrezza)”; “Dalla prima guerra mondiale al Regio istituto tecnico industriale (I segni del conflitto, Negli anni del dopoguerra, La prima metà degli anni ‘20, Dalla seconda metà degli anni ‘20 al Regio istituto)”; “Dal Regio istituto al secondo dopoguerra (L’intitolazione a Girolamo Segato, Nella seconda metà degli anni ‘30, E’ ancora tempo di guerra, Verso gli anni ‘50, Dalla nascita dell’Istituto professionale agli anni ‘70)”; “Le vicende degli edifici (La prima sede, Il fabbricato delle ‘officine’, Dall’ex Convitto Tiziano alla sede principale, L’espansione a est verso piazza Piloni, I successivi ampliamenti e completamenti)”; “Gli indirizzi di studio (Gli scopi della scuola e l’ordinamento degli studi, I corsi ‘storici’ per licenziati, I corsi speciali di perfezionamento per licenziati elettromeccanici, I corsi per diplomati: caratteri generali. I corsi per diplomati: le quattro specializzazioni, Tra presente e futuro, I corsi serali e domenicali per maestranze, Le scuole tecnico-professionali, La biblioteca dell’Istituto)”; “I protagonisti dell scuola (Dal Direttore ai primi Presidi, Da Bracalenti al Dirigente scolastico, Il corpo docente, Dalla Giunta di vigilanza al Consiglio d’Istituto, La popolazione scolastica, Gli allievi e il mondo del lavoro)”; “La scuola al servizio del territorio (Al servizio della comunità locale, Le Aree di progetto, Il progetto Tekne, Altre iniziative)”; “Il perito industriale tra presente e futuro (Un’antica origine: i ‘Maestri Comacini’, L’evoluzione degli organismi di rappresentanza, Un Consiglio nazionale che ha parlato bellunese, Il Collegio dei periti bellunesi, Una formazione sempre all’avanguardia: la sfida del futuro)”; “Appendici (Le iniziative per la celebrazione del Centenario, Progetti Tekne realizzati dal 1996 al 2005, Album fotografico, I docenti, I licenziati e i diplomati)”. Resta da dire che il libro di Rivis si apre col saluto del prof. Gerardo Cavaliero, dirigente scolastico, il quale sottolineò, fra l’altro, come: “Oggi, nell’era della globalizzazione e dell’integrazione multimediale, il ‘Segato’ continua a dimostrarsi capace di affrontare con la stessa convinzione la sfida del cambiamento. L’eventuale futura trasformazione in liceo non lo penalizzerà ma, esaltandone le caratteristiche culturali accanto all’alto livello tecnico professionale raggiunto, gli consentirà di contribuire alla formazione di quegli specialisti nel campo dell’innovazione tecnologica di cui il Paese ha bisogno”. Seguono quelli dell’allora sindaco di Belluno, lo scomparso Ermano De Col: “Scuola centenaria, prestigioso spaccato della società bellunese”; del presidente della Provincia, Sergio Reolon (anch’egli mancato): “L’Istituto ha sempre ‘accompagnato’ il sistema economico della provincia”; di Celeste Bortoluzzi, presidente di Assindustria Belluno (pure deceduto): “Scuola e impresa in sinergia per affrontare la sfida dell’innovazione”; di Carlo Cavalet, presidente del Collegio dei periti industriali: “Una fucina di tecnici qualificati per lo sviluppo della società civile”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Luigi Rivis): la copertina del prestigioso volume; l’autore: Luigi Rivis, allievo poi docente; una panoramica datata 1903 di Belluno (archivio Biblioteca civica); anni ‘30: scorcio di via Loreto con sulla destra il fabbricato ove dal 1880 era ospitata la R. Scuola tecnica; il cav. Domenico Antonio Fabris, benemerito ideatore e fondatore dell’Istituto; proposta del 29 gennaio 1903 di Fabris alla cittadinanza perché sostenga la Scuola; l’agordino Roberto Paganini: donò alla Scuola 1400 metri quadrati di terreno sul quale vennero edificate le officine; il deputato Magno Magni, brianzolo di Como, contribuì all’acquisto di apparecchiature per il gabinetto di fisica e per premi agli allievi; ingresso di via Psaro nel 1922 e nel 2005; frontespizio di “La Revue Polytecnique” con notizie sulla Scuola di Belluno; la prima officina meccanica del 1907; la prima officina lavori del legno, dello stesso anno.