di RENATO BONA
Concludiamo con questo servizio che si occupa di attività artigianali, la “rilettura” del pregevole libro “Il lavoro nelle Valli del Piave e del Vajont prima del 9 ottobre 1963” che l’amica, oltre che compagna di scuola al “Catullo” di Belluno, Elda Deon Cardin ha realizzato nel novembre 2008 con Grafiche Longaronesi ed il patrocinio del Comune di Longarone. Il prof. Gioachino Bratti, nella presentazione del volume, scriveva fra l’altro: “Le cartoline, di cui Simone Osta nell’introduzione ci presenta un’avventurosa ed avvincente storia, e i documenti che le accompagnano, diventano anche in questo volume testimonianza di luoghi, opere e persone che non vanno dimenticati, espressione di valori che costituirono per decenni caratteristica e orgoglio della collettività. Essi sono stati raccolti, esaminati, ordinati e presentati dall’autrice con quell’insieme di passione e di nostalgia che da sempre ne caratterizzano l’anima e il lavoro, cui fanno da felice accompagnamento le altrettante espressive poesie di Eliana Olivotto” concludendo: “Rinnoviamo perciò ad Elda anche in questa circostanza il nostro plauso e la nostra gratitudine per aver fatto emergere con sensibilità ed efficacia una parte importante del nostro passato”. Il capitolo si apre con la riproduzione (collezione Archivio Biblioteca Comune di Longarone) delle intestazioni di alcune ditte artigiane: la “Romano De Cesero, noleggi con ‘Fiat 1400’, Longarone, Piazza Libertà-Igne”; del “Premiato forno moderno a vapore Mario Fiorin Longarone”, della “Ditta Zaia Elio ricco assortimento scarpe lavorazione propria Longarone”, della “Tipografia C. De Mas Longarone ogni lavoro tipografico accuratezza puntualità” quindi, dopo la poesia dialettale di Eliana Olivotto: “Da ‘l scarpèr” propone l’immagine (foto P. Breveglieri, viaggiata novembre 1916, collezione Elda Deon Cardin) “Con tre archi lo “Stivale d’oro” vendita e riparazione di calzature e pelletterie di Mario Celso”; a seguire, la riproduzione di una cartolina intestata: “Mansueto Bergamasco & Figli laboratorio marmi (fondato nel 1873) ed indirizzata alla ‘Distinta famiglia della fu Teresa Varettoni maritata Gregori Vodo di Cadore”; poi c’è una panoramica (foto P. B. collezione Edc) del “Bel Cadore invaso con Longarone (Belluno) I murazzi” in cui è visibile, a sinistra sulla via che portava a Pirago, la casa proprio di Mansueto Bergamasco con il suo laboratorio marmi. Dopo un contributo di Gianni Olivier sulla Latteria di Dogna, la cui “avventura” inizia nel 1905, quando nel paese le stalle ospitavano un centinaio di mucche (l’atto notarile che ne ufficializza la nascita porta il numero 568 ed è datato 13 luglio 1924, i soci fondatori, tutti dai tipici cognomi locali: De Villa, Nora, Stragà, Zandomenego, sono 26 con un capitale sociale di 3.630 lire; la latteria cessò definitivamente l’attività il 26 giugno 1965 anche se più volte, successivamente, si rende ancora utile, come avviene dopo il disastro del Vajont quando ospita un contingente di Alpini impegnati nell’opera di soccorso (nota tratta da “Me par de sentìr ancora l’odor de la salamoia…” la pubblicazione realizzata nel 2005 da Sara De Coppi e Tania Nora, a cura del gruppo “I Ragazzi del Pilon”) ecco l’immagine (collezione Paula Muckle) datata 2006 della Latteria, in fase di ristrutturazione, adibita ora a Centro sociale della frazione. A seguire c’è l’immagine primi anni ‘50 (Edizioni Bertoia Longarone, collezione Edc) della Bottega di Mario ‘barbièr’ che si trovava nella via Roma dove la strada si immetteva nella piazza Umberto I. Dell’anno 1961 “il caratteristico calendarietto tascabile profumato (per soli uomini) offerto in omaggio ai propri clienti da Toni, barbiere di Longarone (collezione Ginetta Bez). Di nuovo Gianni Olivier ad illustrare la figura di Bruto Recalchi, figlio del nobile Giuseppe e di Antonietta Roveri: “nato a Ferrara il 21 novembre 1879, si sposa nella città natale con Clotilde Zeni il 21 novembre 1903; giunge a Longarone il 21 novembre 1920, ove apre uno studio fotografico in via Roma, di fronte alla piazzetta Gonzaga; dal matrimonio nasce una figlia, Renata. Recalchi muore a Longarone a 76 anni dopo 35 anni di permanenza. E’ considerato il fotografo per antonomasia della vecchia Longarone. A lui è intitolato il Circolo fotografico che dal 1991 opera nel Longaronese”. La pagina seguente accoglie la copia della sua foto (collezione del Circolo fotografico). Ci avviamo a conclusione con l’intestazione “Amatore Cazzetta premiato pastificio paste alimentari Longarone” pastificio che è visibile nella riproduzione della cartolina (viaggiata 23 aprile 1937, foto Burloni, collezione Edc) in fondo alla Piazza. Segue l’intestazione: “Fotografate con Agfa ditta Cesare Manarin Longarone apparecchi, pellicole, accessori sviluppo stampa, ingrandimenti” riferita all’azienda dei fratelli Carlo e Ruggero Manarin, figli di Cesare, che aprirono un negozio di orologeria, oreficeria e fotografia negli anni ‘30 nella longaronese via Roma (un altro fotografo della vecchia Longarone è stato Italo Colotto; tutti e tre morirono nella tragica notte del 9 ottobre 1963). Da ultimo ecco l’immagine anni ‘20 (collezione Fulvia De Damiani) di ambulanti ertane con i loro tipici prodotti.