OGGI SUL CORRIERE DELLE ALPI
DI IRENE ALIPRANDI
BELLUNO / LIVINALLONGO Il tritolo per costruire gli impianti, alla fine degli anni Ottanta per la DMC Europa. Oltre 900 metri di dislivello divisi in tre stazioni tra Arabba e Forcella Europa. O meglio, l’ex Forcella Europa, perché quello sperone di roccia dolomitica non esiste più. La legge individua la Provincia quale ente titolato a ricorrere per chiedere il risarcimento del danno ambientale… Nel 1993 la Procura di Belluno chiese e ottenne il rinvio a giudizio di quattro persone: L.P. (presidente del cda Sofma), E.P. (legale rappresentante), T.D.B. (direzione lavori) e U.C. (legale rappresentante di una delle ditte che aveva lavorato all’impianto).Ben 27 i capi di imputazione contestati. Nell’Appello del 2001 rimase fermo il riconoscimento del danno subito dalla Provincia di 650 mila euro, come da sentenza del Tribunale civile di Belluno del 2020. In queste settimane i soccombenti hanno fatto ricorso alla Corte Suprema di Cassazione. La Provincia ha naturalmente deciso di resistere, affidando l’incarico all’avvocato Antonio Prade.