Dal dovere di cronaca al dovere d’archivio
REDAZIONE Per dovere di cronaca questa mattina abbiamo dato ampio spazio all’Ente Parco che strombazza gli eventi per il 30esimo compleanno, si risente parlare di Valle Imperina, finalmente, ci sembrava di aver capito in tempi non sospetti che era materia del Comune di Rivamonte. Ma il Parco sa benissimo che li’ c’è il centro congressi che doveva diventare fiore all’occhiello e, non solo dell’ente con sede a Feltre ma dell’intero Agordino, quella ne è la porta che oggi è meglio rimanga chiusa a doppia mandata. Come sia ridotto quel sito infatti è sotto gli occhi di tutti, non dobbiamo raccontarvi nulla, basta volgere lo sguardo al di là del Cordevole transitando lungo la regionale 203 agordina, in entrambi i sensi di marcia. Basti dire che da Vaia in poi il centro congressi è senza una parte del tetto. Il cantiere è stato aperto alcuni mesi fa, forse per la data del compleanno qualche cosa si muoverà…auspicabile. Nel frattempo reputiamo molto interessante l’occhiata sul sito data da Gherardo Zaltron, tra l’altro consigliere comunale ad Agordo.
Venerdì scorso siamo andati in passeggiata al sito di Valle Imperina. Abbiamo lasciato la macchina nel parcheggio del vicino W Store (area 203 agordina) e poi ci siamo avviati a piedi. Da subito si vede quanto male siano stati spesi i soldi pubblici. Fai pochi metri e la ciclabile si interrompe, dopo poco riprende per altri 30 metri e poi svanisce nel nulla. Arrivi nel parcheggio (quello della locomotiva) e trovi una specie di box per la raccolta differenziata per i turisti. Le scarse istruzioni parlano di un qr code ma non si sa nulla sul come ottenerlo. Passato il ponte si incontra quello che dovrebbe essere il punto di accoglienza per i turisti. Tutto chiuso da anni dopo gestioni fallimentari ed errori politici, come quello di affidare a figure diverse la gestione dell’ ostello e delle visite guidate. Il sito è un esempio emblematico di come i soldi pubblici vengano usati per costruire cattedrali nel deserto, senza nessun coordinamento a livello provinciale, regionale e nazionale. Dovremmo veramente vergognarci, noi tutti. Da un lato per lo sperpero di denaro pubblico e dall’altro perché invece di indignarci e protestare restiamo in silenzio. Speriamo che i prossimi 30 anni vadano meglio.
VALLE IMPERINA DEGRADATA, OGGI E’ FACILE DARE LE COLPE A VAIA
RIVAMONTE Sul sito di Valle Imperina fin dagli anni novanta ho scritto molto, ho seguito le varie inaugurazioni, proclami, promesse e progetti ma oggi quando ci sono tornato mi è sembrato di fare un passo indietro di 30 anni, tre decenni fa quando si cominciavano a fare i primi progetti. Esteticamente qualche complesso è migliorato, ci mancherebbe con la botta di milioni di lire ed euro spesi… ma alla fine il sito è sempre quello, erba alta, poco attraente, disordinato ed ora anche con centinaia di piante a terra, in questo caso si le colpe sono di Vaia, solo in questo caso. Fin dagli anni novanta li dentro sono stati pompati fior di milioni, di lire e di euro, contributi europei, fondi interreg, soldi dall’azienda demaniale di Stato e dal Tirolo e poi anche fondi di confine. Di concreto non c’è ancora nulla che renda giustizia all’investimento. Strutture chiuse, gallerie allagate, strade disastrate, tetti divelti e tanto fango. Sono stato fortunato perché casualmente è arrivato in zona Gabriele Caldart, oggi fuori dai giochi politici che lo hanno però visto protagonista per decenni. Candidato a sindaco a Rivamonte e puntualmente in minoranza, ha sempre occupato posizioni importanti nell’allora Comunità Montana Agordina con Floriano Pra, Elio Daurù, Rizieri Ongaro, ma anche nell’ente Parco. Gabriele conosce bene la storia del sito di Valle Imperina, il monte di soldi spesi per il recupero delle strutture, i progetti e le speranze di una rinascita e con lui ne è nata una chiacchierata per alcuni versi interessante. Parlano comunque le immagini, oltre alle parole. Di positivo quanto fatto nelle ultime settimane dall’amministrazione comunale di Rivamonte, ovvero il recupero della strada che da Ponte Alto porta fino a Valle Imperina rimasta chiusa per quasi un anno perché il torrente Cordevole ne ha eroso i fianchi e non solo. La strada seppur in via provvisoria permette ora di arrivare all’Ostello comunque raggiungibile dal ponte pedonale che sovrasta il Cordevole dalla località Le Campe. (mm)
Nel primo video la situazione al centro congressi del Parco, già centrale idroelettrica dove un anno fa è volato via il tetto e alcuni locali sono finiti sott’acqua altrimenti non si spiega tutto quel materiale pubblicitario fradicio e distrutto sparso nell’erba. Nel secondo una passeggiata fino alla galleria Santa Barbara tra schianti e fossi nella strada. Nel terzo un’esilarante chiusura.
PRIMO VIDEO QUELLO CHE DOVEVA ESSERE IL BIGLIETTO DA VISITA FIORE ALL’OCCHIELLO, IL CENTRO CONGRESSI
SECONDO VIDEO DALL’OSTELLO ALLA GALLERIA DI SANTA BARBARA CHIACCHIERANDO CON GABRIELE CALDART GIA’ AMMINISTRATORE …. DI VALLE IMPERINA.
TERZO VIDEO UNA “SINISTRA” CHIUSURA
LA STRADA VERSO IL SITO DOPO I LAVORI… FOTO GIULIANO LAVEDER
GALLERIA DEL DISASTRO A SETTEMBRE
ARCHIVIO RADIOPIU 7 MAGGIO 2020