REDAZIONE Riceviamo e pubblichiamo una lettera arrivata in radio dai rappresentanti della RSA di Dolomiti Bus in seguito all’articolo pubblicato sul nostro sito poco fa.
LA LETTERA
È passato invano quasi un mese dall’ultimo infortunio occorso sul piazzale della stazione di Belluno ad un ragazzo, il cui piede è finito sotto ad un pneumatico di un autobus. Da allora non vi è stato alcun miglioramento della sicurezza…i pedoni continuano ad attraversare la strada in lungo e in largo, i passeggeri si accalcano sugli stalli dove gli autobus devono posteggiarsi, il traffico privato continua a mescolarsi imperterrito agli studenti e ai bus in transito, aumentando il pericolo di investimenti, e non ci sono forze dell’ordine né nessun altro a gestire tale caos. Come da costume italico, passati pochi giorni, i riflettori si sono spenti, in attesa del prossimo infortunio. A nulla sono valse le lettere di sensibilizzazione inviate dalle RSA di Dolomitibus in Prefettura, in Provincia, al Comune di Belluno e per conoscenza anche in azienda. Ma quel piazzale va completamente ripensato, con interventi provvisori utili a diminuire il più possibile il rischio investimenti, rinunciando fin da subito ad un paio di stalli, in modo da poter disporre i restanti ad una distanza maggiore l’uno dall’altro, e dare quindi più spazio agli utenti in attesa dell’arrivo dell’autobus. In una fase successiva, quegli spazi andrebbero dotati di marciapiedi rialzati consentendo così ai passeggeri di attendere in relativa sicurezza. Anche in via Dante si continua a rischiare giornalmente. È evidente la necessità di ampliare anche lì, l’area di attesa per i passeggeri, e di fermare il traffico privato almeno nei minuti in cui vi è il maggior afflusso di pedoni. Sempre a Belluno poi resta importante il pericolo nella zona degli istituti di Mier, dove il traffico privato mette in difficoltà pedoni e mezzi pubblici, anche perché spesso gli stessi pedoni anziché usare il marciapiede camminano nel lato della strada dove questo non è presente mettendo a repentaglio la loro sicurezza ed obbligando comunque i bus a fermarsi o ad invadere l’altra carreggiata per superarli…Ci spiace constatare così poco interesse da parte degli Enti interessati, ad una situazione che pregiudica la sicurezza dei cittadini, tantopiú che si tratta di giovani studenti. Da padri e madri, noi e ci preoccupiamo, perché la prossima volta potrebbe succedere ai nostri figli. Ma se non lo fanno le Istituzioni, forse di questa situazione dovrebbero preoccuparsi anche gli altri genitori.
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