di Renato Bona
Decisamente prezioso il libro dell’ex allievo e poi docente Luigi Rivis, intitolato “Belluno 1905-2005: un secolo dell’Istituto tecnico industriale ‘Girolamo Segato” edito a cura di Assindustria Belluno nell’ottobre 2005 (stampa tipografia Piave), con le preziose collaborazioni di Dino Bridda e Paolo Conte ed il sostegno anche di: Elettromeccanica Cuprum snc, Gruppo Acc, Ideal Standard Industriale srl, Luxottica Group. Meccanostampi srl, Opel di Rova srl, Umana spa. Prezioso perché fornisce un sacco di notizie sulla realtà di una scuola che è molto cara ai bellunesi, e su persone, enti, situazioni e realizzazioni che l’hanno in qualche modo interessata. In questa occasione ci soffermiamo sul capitolo cui l’amico Luigi Rivis ha dato il titolo: “Gli indirizzi di studio” e dove esordisce ricordando che: “Quando nel 1905 la Regia Scuola Industriale di Belluno iniziò l’attività didattica, nel suo ordinamento tecnico aveva previsto, e attuava, due distinte tipologie di studi: una di più elevato contenuto tecnologico che, dopo 4 anni di studi teorici e pratici, avrebbe portato al rilascio dell’attestato di ‘Licenziati’; l’altra, di durata biennale con corsi serali e domenicali, destinata alle maestranze”. Rammenta quindi che nel primo anno scolastico che prese il via il 6 novembre 1906, l’attività didattica partì con due sezioni dette “diurne” per licenziati elettromeccanici e lavori in legno (falegnami, modellisti e intagliatori), e specifica che “Questo ordinamento di studi, pur evolvendosi sia nella denominazione (da licenziati a diplomati) che negli indirizzi di studio, è tuttora sostanzialmente in essere”. Si legge poi che nel prosieguo della sua centenaria esistenza, dalla seconda metà degli anni ‘20 in poi all’Istituto vennero annesse le Scuole tecniche che successivamente furono trasformate, nei primi anni ‘50, in Istituti professionali, Tale tipologia di studi, intermedia tra il perito industriale e quella delle maestranze, per parecchi decenni preparò al mondo dell’industria e dell’artigianato valenti e ricercati tecnici”. Ancora Rivis a ricordare che l’anno scolastico durava 10 mesi, da ottobre a luglio; per i corsi diurni l’orario era dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18 dei giorni feriali. Gli esami di promozione a luglio, quelli di riparazione in ottobre; agli alunni che superavano gli esami di licenza su tutte le materie prescritte e che avevano dato lodevole prova nelle officine veniva rilasciato un diploma di licenza”. Sottolineava quindi che “tutti gli allievi che lavorano alle macchine (circa 70) sono assicurati a cura della Scuola contro gli infortuni del lavoro”. Concludiamo la rilettura di questo capitolo del prezioso lavoro di Luigi Rivis riportando questa sua considerazione: “Se il numero chiuso selezionava gli ammessi al primo corso, altrettanto selettivo era il corso di studi specialmente al primo anno, come dimostrano gli esiti dei corsi diurni dell’anno scolastico 1906-7 conclusosi il 27 luglio. Va rilevato che la severità della Scuola era condivisa dagli studenti, perché i responsabili riscontravano comunque una singolare attitudine agli studi professionali da parte degli allievi: lo ha dimostrato il grande amore con cui essi frequentano i nostri corsi e il vivo interesse col quale la cittadinanza tutta segue le sorti della Scuola”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Luigi Rivis): anno 1912: tessera di riconoscimento degli allievi; il primo quadro coi licenziati dalla Regia Scuola Industriale di Belluno nel 1913 (archivio Paolo Conte); esercitazioni di topografia nei primi anni ’20; telaio di aliante in costruzione nelle officine dell’Istituto nell’anno scolastico 1929-30; apparecchi per il volo a vela realizzati nella scuola bellunese sfilano nell’allora Piazza Campitello davanti al ministro per l’educazione nazionale on. Ercole nell’ottobre 1934; allievi motoristi d’aviazione con l’insegnante Giovanni Fornasier attorno all’aeroplano da caccia; certificato di idoneità rilasciato al licenziato elettromeccanico Giovanni D’Incà, studente del corso di specializzazione per aeronautica; aula di disegno primi anni ’20; si usa il pc nel 2005; evoluzione del laboratorio di prova delle macchine elettriche; il laboratorio oggi; fresa per il controllo numerico di tipo didattico; lezione di canto al professionale femminile col maestro Nino Prosdocimi; laboratorio di informatica; i “capolavori” eseguiti nel 1939 dalla prima classe della Regia scuola di Belluno; il preside Bracalenti accompagna autorità in visita; lezione di disegno al professionale femminile anni ‘50.
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