di Renato Bona
Era nata a Feltre 165 anni fa, martedì 5 gennaio1858, da Giovanni e Rosa Milani, famiglia di modestissime condizioni economiche, come si legge nell’enciclopedia Treccani. Ida Pilotto tuttavia “coltivò con grande passione, come i fratelli Liberto e Vittorio lo studio e l’arte, grazie alla vivacità culturale dei genitori. Ida fu infatti insegnante, dirigente scolastica a Padova e autrice di libri sulla formazione. La bellunese dott. Milena Caldart, autrice del libro “Donne in prima linea” edito nel maggio 2014 da Alessandro Tarantola, ha dedicato alla Pilotto (mancata il 14 luglio 1941) il capitolo in cui la feltrina è ricordata come “La ‘Duse’ dell’educazione” e pedagogista di fama. La libera enciclopedia Wikipedia a sua volta tracciandone il profilo ricorda che ottenne vari importanti riconoscimenti fra i quali: nel 1895 la medaglia d’argento dei benemeriti dell’educazione e dell’istruzione popolare; per il contributo offerto durante la prima guerra mondiale la medaglia come benemerita di guerra; nel 1928 la medaglia d’oro per l’educazione infantile. Ancora la Caldart: “Ida si diploma maestra a Verona all’età di 18 anni e l’anno successivo ottiene l’incarico nelle scuoe di Vellai di Feltre che raggiunge percorrendo a piedi tutti i giorni e con qualsiasi tempo, più di 4 chilometri” dove – come ebbe modo di dichiarare – “mi aspettava una specie di stamberga malsana, senz’aria, senza luce, dai crepacci delle pareti e del soffitto l’umidità faceva lastre di ghiaccio, o strati di brina. Il pavimento veniva annaffiato dai resti di neve o fango che rimanevano negli zoccoli dei miei 140 allievi tra maschi e femmine”. Il suo impegno scrive Caldart è totale, sente la sua professione come una missione e dedica nove ore al giorno ai suoi allievi che chiama affettuosamente montagnardi ‘che dovevano accudire anco ai lavori campestri’”. Alla sera, poi, insegna ai loro genitori ed ai fratelli maggiori che vogliono imparare a leggere e scrivere. Il suo stipendio è di 500 lire l’anno. Nonostante la fatica ed i disagi ‘le ore passavano veloci e liete’ e anni dopo quel periodo diventa ‘ricordo soave, ricordo caro che aggiunge energia e volere alle mie aspirazioni di oggi’ Ancora storia di questa illustre feltrina. Visitando un Giardino d’infanzia – l’attuale scuola materna – capisce che la sua vocazione è l’educazione dei bambini più piccoli. Si diploma per potervi insegnare e ne apre uno a Verona. Anche qui l’aspettano un arduo lavoro, molti sacrifici e perfino digiuni. Godendo la stima della nobildonna Lucrezia Cicogna Vanzetti, si trasferisce a Padova per dirigere l’asilo per i figli degli operai “dove l’efficacia dei suoi metodi ha risultati sorprendenti”. Vince il concorso per la direzione di uno dei due Giardini comunali di Padova e a 45 anni, el 1903, si unisce in matrimonio con Giuseppe Sottini, docente universitario. Svolge anche intensa attività letteraria e in un volume in particolare “tratta dell’educazione fisica attraverso l’osservazione delle varie parti del corpo del bambino e la stimolazione della vista del tatto, dell’udito, dell’olfatto e del gusto ricorrendo a giochi, marce e canti e capisce che “la strada per raggiungere la mente e formare l’intelligenza passa attraverso una vera e propria stimolazione dei cinque sensi”. Ancora il profilo della Pilotto: nel 1885 “disegna 20 tavole pedagogiche a colori che presentano assonanze con il metodo che molto tempo dopo avrebbe reso celebre Maria Montessori. Le tavole descrivono alcuni degli strumenti per l’educazione dell’infanzia che secondo il metodo da lei ideato, deve avvenire attraverso il gioco, ma senza forzature, senza fretta assecondando i tempi e gli interessi dei bambini. Le tavole pittoriche sono uno strumento che permette di sviluppare l’intelligenza dei ragazzi attraverso l’uso dei sensi; attualmente – scrive la Caldart – sono conservate presso la Biblioteca civica storica di Feltre” e conclude così: “Ida Pilotto muore nel 1941; è stata una pedagogista che ha seguito le orme dell’educatore e umanista Vittorino da Feltre (1378-1448) e verrà definita dalla critica più accreditata ‘Mamma dell’educazione infantile’ vissuta tra Ottocento e Novecento. A lei è dedicata la scuola elementare di Vellai, oggi scuola materna”. La sua tomba si trova nella cappella di famiglia a Feltre.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Donne in prima linea” di Milena Caldart): un’immagine di Ida Pilotto la “Duse dell’educazione”; la scatola delle droghe per l’educazione del gusto; quella del sacchetto verde, per l’identificazione di oggetti esercitando il senso del tatto, ideata e applicata nei suoi giardini d’infanzia dalla feltrina Pilotto nel 1885; la tavola dei suoni per l’educazione dell’udito elaborata lo stesso anno; uno dei libri di Ida Pilotto.
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