di Tiziano De Col
Un semplice oggetto, che chiamavamo Mosìna, che ha accompagnato tutti noi, ora di mezza età ed oltre, nella nostra fanciullezza, era la cassettina in metallo dove riporre i risparmi e dalla quale non si poteva più toglierli a meno che non si andasse presso l’Istituto di Credito che le forniva, dove l’addetto la apriva con apposita chiave. Perché parliamo della Mosìna, ossia della cassettina dei risparmi ? Perché ci può essere un collegamento tra il nome locale di questo oggetto e alcuni antichi toponimi presenti sul territorio di La Valle Agordina ed in particolare nella frazione di Conaggia. Innanzitutto analizziamo il termine Mosìna, tramite la consultazione di scritti specialistici ed in particolar modo:
“Antichi frammenti lessicali fossilizzati nella toponomastica bormina” di Remo Bracchi
Mosìna: “Raccolta di denaro”. Si usa d’ordinario nella frase fa mosìna “adunare peculio”. Da cui deriva anche il veneto far musìna “ risparmiare, far gruzzolo”, musìna, musìna ‘salvadanaio’. La variante della Val Poschiavina, con l’intrusione della ‘n’ , denuncia una sovrapposizione del Posch. mòsna “sassi in quantità sulle strade o per i campi”, in Valtellina mòsna ‘mucchio di sassi”, a Bormio mòzena “mucchio di sassi e di terra in mezzo alla campagna” …… il minimo comun denominatore tra le due famiglie è ravvisato nel concetto di “cumulare”. A Bormio far muzìna “ammonticchiare” (Nota: La Val Poschiavina è una valle sul confine tra il Canton dei Grigioni e l’Italia.) I termini Mòsina e Mòsna sono probabilmente prelatini di derivazione gallo-celtica. Percorrendo i nostri prati-pascoli, ma soprattutto pascoli, troviamo dei cumuli di sassi ammucchiati derivanti dalle operazioni di pulizia o bonifica del pascolo. Partendo dalla definizione dei termini Mosìna –Mòsna sopra citati, traiamo la conclusione che anche i sassi ammucchiati nei pascoli fossero , anche da noi, chiamati Mosìna o Mòsna con il medesimo prefisso Mos-ìna / Mòs-na ed il prefisso Mos, starebbe quindi per ‘sasso’.
Analizziamo ora i tre antichi toponimi che riscontriamo tutt’ora a La Valle: Mòsna, Mostrìch, Moschesin
Mòsna è un toponimo, appena a monte di Conaggia, sul quale insisteva una antica cava di pietra da costruzione e dove tutt’ora si riscontrano ancora delle pietre squadrate impilate in attesa dell’allora loro utilizzo e dei cumuli di sfasciume di roccia derivanti dalla lavorazione della pietra.
Mostrìch è tutto il conoide detritico del ruscello chiamato Cassolana sito anch’esso appena a monte di Conaggia. Tutto questo conoide, in tempo antico, sicuramente pietroso quando ebbe tale nome, fu poi nei secoli bonificato, divenne anche seminativo per molto tempo, con la classica tracciatura dei campi stretti e lunghi trasversali al conoide ed ora è prativo.
Moschesin è forse il più conosciuto anche fuori paese in quanto pascolo con malga fino agli anni 1950, posto sull’Alta Via n. 1 a 1800 mslm di quota. Anche qui, il pascolo è stato anticamente ricavato spietrando ed ammucchiando i detriti rocciosi provenienti dalle sovrastanti Crode del Moschesin che, scendendo tramite l’acqua nel vicino canalone avevano creato il terrazzo, poi bonificato, sul quale poi sorse la Malga. Anche qui troviamo il classici accumuli di sassi (Mosìne) che , con la loro presenza attestano l’avvenuta creazione e continua bonifica del pascolo.
*****