LA MIA VALLE LA MIA GENTE
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È strana la vita; si nasce e si cresce, ci si diverte e a volte si è tristi. E poi si lavora, si fatica, ci si innamora e ci si lascia, si fanno sacrifici per coronare sogni che poi magari anni dopo non ci interessano più, perché lungo il cammino accade di cambiare priorità. Un caos che si chiama vivere, tutta questa confusione per poi capire che i momenti sereni, quelli in cui veramente ti senti in pace con te stesso, sono quelli vissuti “a pede fornela”, sdraiato sul divano “co ‘na cuerta via par sora” mentre fuori nevica. Oppure la felicità si presenta in quei pomeriggi d’inverno, quando di ritorno da una camminata nei boschi del Pelsa, dopo aver ammirato un freddo tramonto, ritorni a casa e trovi ancora le “bronze”; pochi minuti e il fuoco riparte con vigore e quel calore che ti entra nelle ossa è la gioia più vera. Il fascino del vivere semplice, la suggestione del dormire come un tempo, al caldo sotto il piumone che fu dei nonni con pochi gradi in camera, proprio come allora. E poi il calore che ad ogni settimanale ritorno, mi regalano le persone che abitano nella mia valle; sono i momenti quelli belli, che ti arricchiscono e ti fanno capire che in questo mondo difficile esistono ancora le belle persone. Sono le “ciacole” cordiali di quando arrivo sotto il Pelsa e mi fermo a fare la spesa; ed è il più bel “bene arrivato” che una persona possa desiderare. È una ottima pizza servita con grazia e un bicchiere e una lattina riportati sul bancone, perché la gentilezza va sempre ricambiata, e io credo a questi semplici ma importanti valori. È una calda sera d’estate trascorsa a “contasela” in piazza a Canale, è un incontrarsi lungo la strada che sale a Colaz oppure al Tavolo Magico, è un pomeriggio “dei Santi” passato a mangiare castagne all’ombra dello spigolo nord dell’Agner. È lo scendere dalla macchina nello stesso momento nello stesso luogo e poi finalmente un caffè insieme mentre fuori trionfa l’autunno. E poi una pizza mangiata vicino alla stufa in una sera di quasi Natale trascorsa a ridere e scherzare. Sono i momenti quando di ritorno dal bosco, ti fermi a chiacchierare con i vicini di sempre, quelli che ti hanno visto crescere durante quelle estati vissute “su ‘n sagrà”; e sono tardi pomeriggi carichi di umanità e di storie da raccogliere e conservare. E poi una sera in Val Fiorentina, a ritirare una gradita cortesia, a “sdravà ‘na Coca Cola” e ad ammirare una grandiosa luna piena che passeggiava sopra il Pelmo illuminando tutta la valle. Piovigginava da quelle parti in quel pomeriggio di fine aprile; la neve sulle piste era ormai quasi completamente sciolta ed era bello stare al caldo nel bar a raccontarcela come vecchi amici; anche se era la prima volta che ci vedevamo. Era appena passato il ferragosto e l’estate iniziava il suo lento scemare quando ci siamo incontrati per tre o quattro sere sotto al Pelsa; e mentre il Cordevole cantava una musica gentile e la luna passeggiava sopra la valle, noi ce la raccontavamo, alternando risate a discorsi seri. Si trova fra le “mie” cime il paese dove abitano i miei giorni migliori, è collocato fra i due torrenti che con la loro voce d’acqua accompagnano parole, pensieri e talvolta silenzi e sguardi che raccontano. Grazie Montagne Mee, grazie a “tuta sta mè dent” che ogni volta che ritorno mi regalate momenti “de bon vive”; i momenti che in questa vita contano veramente.
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