OGGI SUL CORRIERE DELLE ALPI
DI GIGI SOSSO
LAMON Beveva troppa birra e fumava troppa marijuana. La relazione con la convivente non funzionava più, in quella casa di Lamon e le conseguenze ricadevano tutte sul figliastro minorenne. Il più grande dei due. Pugni, calci, ginocchiate e tirate di capelli, oltre che insulti continui. A.T. è finito in tribunale per maltrattamenti aggravati e il ragazzo, che nel frattempo ha raggiunto la maggiore età gli chiederà un risarcimento danni.
«Ero uscito di casa per ascoltare musica e fumarmi una sigaretta e lui è arrivato in auto con mio fratello più piccolo, che era stato a giocare a calcio. Ho buttato la cicca per terra e siamo entrati insieme in casa. Sono andato in camera mia e prima mi ha preso a pugni, poi mi ha fatto lo sgambetto facendomi cadere per le scale e battere con la testa contro il muro, infine mi ha preso per i capelli, staccandomene con forza una ciocca. Ero ancora piccolo e non sono riuscito a difendermi, intanto mio fratello piangeva. Non potevamo fare altro».
L’imputato è difeso di fiducia dagli avvocati Fausta Bonan ed Enrico Tiziani , mentre il figliastro si è costituito parte civile con Edoardo Montin del foro di Venezia. Nei prossimi mesi, saranno ascoltati i testimoni della difesa
DETENUTO PICCHIA LA CONVIVENTE
A processo il 15 novembre con altri testimoni.
BELLUNO Detenuto a Baldenich in semilibertà, secondo l’accusa, sottoponeva la fidanzata a violenze psicologiche, denigrandola con insulti a sfondo sessuale. Tre gli episodi contestati di violenze fisiche. La donna gestiva una pizzeri. L’imputato collaborava nell’attività, essendo un esperto di cucina e lavorava nello stesso settore in carcere, contribuendo al sostentamento economico del figlio nato nel 2019 e affidato per un certo periodo di tempo ai servizi sociali, prima di tornare con la madre. Il piccolo avrebbe assistito almeno ad alcuni degli episodi contestati dalla Procura e questa è l’aggravante.