BELLUNO La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Belluno ha intensificato i controlli volti a contrastare il lavoro nero e irregolare nella provincia. Da inizio anno fino ad oggi, sono stati effettuati accertamenti presso diversi operatori economici, portando all’individuazione di 25 lavoratori in nero o irregolari. Nell’ambito dell’inizio della stagione primaverile, sono state condotte attività info-investigative mirate per verificare possibili irregolarità. Queste operazioni hanno coinvolto diverse attività commerciali, principalmente nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, e hanno portato all’individuazione di 13 esercizi commerciali operanti in modo irregolare. Nello specifico, sono stati scoperti 17 lavoratori in nero, impiegati senza la previa comunicazione di inizio della prestazione lavorativa da parte del datore di lavoro, e 8 lavoratori irregolari, i quali, nonostante avessero contratti di lavoro intermittente “a chiamata”, non avevano ricevuto le comunicazioni richieste per le giornate di impiego. Durante i controlli, sono state riscontrate anche altre irregolarità da parte dei datori di lavoro, come la retribuzione dei lavoratori con modalità non previste dalla legge, la mancata istituzione e tenuta del libro unico del lavoro e violazioni delle norme sulla salute e sicurezza del lavoro in due esercizi commerciali. Inoltre, sono state rilevate mancanze nella formazione e addestramento di 10 “scaffalisti” impiegati illegalmente, provenienti da due società di Napoli e una di Roma. Le violazioni riscontrate sono state segnalate all’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente, che ha adottato provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale in 5 casi, in cui l’utilizzo di personale non regolare superava il 10% del totale dei lavoratori presenti nei luoghi ispezionati. La Guardia di Finanza svolge un ruolo costante di vigilanza per tutelare il lavoro e contrastare tutte le forme di illecito che minacciano l’equilibrio economico e finanziario del Paese. Il lavoro nero rappresenta una piaga che sottrae risorse all’Erario, danneggia gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e crea una concorrenza sleale nei confronti delle imprese oneste.
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