VENEZIA I contributi statali per le fusioni di Comuni sono attivi da dieci anni, introdotti nel 2012. Inizialmente erano pari al 20% dei trasferimenti statali del 2010 e sono stati successivamente aumentati fino al 60%. L’importo massimo spettante è passato da 1,5 a 2 milioni di euro. Recentemente, il Ministero dell’Interno ha stanziato una nuova tranche di contributi statali per le fusioni di Comuni. In Veneto arriveranno altri 11 milioni di euro, portando il totale a oltre 65 milioni di euro dal 2014 ad oggi. Nel 2023, in Veneto, sono state premiate 12 aggregazioni. Le fusioni più ricompensate sono state nel Bellunese, con Borgo Valbelluna che riceve 1,9 milioni di euro, seguito da Alpago e Longarone con circa 1,2 milioni di euro. Altre somme sono andate a Val di Zoldo, Quero Vas, Borgo Veneto, Pieve del Grappa, Valbrenta, Colceresa, Barbarano Mossano, Lusiana Conco e Val Liona. Per Longarone e Quero Vas, che hanno ricevuto rispettivamente 10 e 5 milioni di euro in totale, questa è l’ultima annualità di contributi statali. Borgo Valbelluna, con una popolazione di 13.410 abitanti, ha ricevuto quasi 10 milioni di euro in soli 5 anni. Alpago ha beneficiato di 8,4 milioni di euro in 7 anni. Il contributo pro capite più alto si registra a Val di Zoldo, con 259 euro all’anno per abitante, seguito da Valbrenta con 200 euro, Longarone con 199 euro e Alpago con 182 euro. Ci sono quattro nuovi progetti di fusione in discussione in Veneto, con referendum previsto per il 29 e 30 ottobre: Guarda Veneta e Polesella, Carceri e Vighizzolo d’Este, Gambugliano e Sovizzo e Quero Vas e Alano di Piave.
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