Ieri, a Puos di Alpago le amministrazioni della Conca hanno incontrato i rappresentanti della Regione «per capire che possibilità, e volontà, di intervento ci siano». Tra le proposte anche il ricorso a proiettili di gomma. Dopo le provocazione del sindaco Dal Borgo “portiamo i lupi nei confini del Parco Nazionale delle Dolomiti” anche gli altri sindaci dell’Alpago chiedono di intervenire con il pugno chiuso
ALPAGO Si susseguono le predazioni nella Conca dell’Alpago da parte del lupo. Pecore e asini al pascolo non sono sicuri, nemmeno se a proteggerle ci sono reti elettrificate e cani da guardiania. Mercoledì il fatto più recente, con l’ennesima predazione, a Codenzano, Chies D’Alpago. Recinti elettrificati e cani non sono bastati. Facciamo la scelta di pubblicare le immagini che sono state rese disponibili dai Comuni dell’Alpago, immagini raccapriccianti ma che servono a spiegare, senza tante parole, perché la misura è ormai colma. Ecco qui sotto l’album che accompagna la nota dei sindaci.
Le amministrazioni della Conca dell’Alpago chiedono interventi urgenti, che siano investite risorse adeguate per monitorare col collare, intervenire puntualmente e tempestivamente, e se necessario, trasferire i lupi in aree meno antropizzate e più idonee a sostenere un carico di pressione derivante dalla presenza di un lupo resosi ormai fin troppo confidente. Ne va della sostenibilità economica, sociale, e anche ambientale del territorio. La recente tragedia in Emilia Romagna ci ha insegnato che l’abbandono e l’incuria a monte porta con se tragedie incalcolabili a valle.