BELLUNO Il 12 novembre 2003 alle 10.40 circa (le 08.40 in Italia) un camion cisterna, pieno di esplosivo, deflagrò davanti alla base italiana dei Carabinieri in Iraq. Era la base Maestrale, sede della Multinational Specialized Unit, il Reparto dei Carabinieri di stanza nel centro di Nassiriya, che lì operava con compiti di sicurezza e stabilizzazione in favore di quella popolazione. L’esplosione provocò la morte di 28 persone di cui 19 italiani: 12 Carabinieri, 5 Militari dell’Esercito e 2 collaboratori civili. Quel giorno l’Italia si svegliò trafitta dal dolore. Incredula dinanzi a quel vile attacco alla vita di uomini che lì servivano il Paese per riportare la pace in una terra martoriata dal conflitto. I Carabinieri di guardia all’ingresso della base riuscirono a colpire i due attentatori sul cancello d’entrata, impedendo di fatto che il camion esplodesse all’interno della caserma stessa, evitando così una strage di più ampie proporzioni. Ma tale fu l’esplosione che oltre le vittime, altri 20 italiani rimasero feriti, alcuni gravemente, e della base Maestrale rimase uno scheletro di cemento, a ricordare la violenza subita. Da quell’attentato così violento sono passati ormai 20 anni, ma il ricordo dei nostri Caduti è sempre vivo. Un paese, l’Iraq, devastato dalla guerra, dove quegli uomini della missione “Antica babilonia”, chiamati ad aiutare quel Paese a ristabilire le condizioni di sicurezza necessarie per una vita normale, avevano scelto proprio quella base per essere più vicini alla gente. Un modello, quello della prossimità, che se in Italia si concretizza nella capillare diffusione delle Stazioni, all’estero, nei Teatri Operativi, si esplica attraverso attività militari e di polizia che devono necessariamente ricercare il dialogo e la cooperazione, per essere efficaci. I Carabinieri, per riuscire al meglio nella loro missione, avevano scelto di stare “dentro” il centro abitato, vicini ai cittadini iracheni, e per questo erano molto apprezzati per il loro lavoro: nessuno poteva immaginare quello che sarebbe accaduto. Alle ore 8.40 italiane i Carabinieri furono investiti da una esplosione terribile e l’onda d’urto provocò una pioggia di detriti. Tra i sopravvissuti dell’epoca c’è chi racconta che dopo la forte deflagrazione, furono sbalzati a terra e che a causa del violentissimo urto avevano perso il fucile che poco prima stringevano tra le mani, non sentivano più niente, avevano un fortissimo stordimento ed una sensazione di trovarsi immersi in un paesaggio lunare, immersi in una luce innaturale fatta di polvere, calcinacci e vetri che galleggiavano in aria. Quel momento, quella tragedia, inevitabilmente resterà per sempre un gravissimo lutto che mai verrà dimenticato. Ma anche per onorare l’impegno e la memoria di quei Carabinieri, caduti nell’adempimento del loro dovere, l’Arma ha continuato a supportare lo sviluppo di Paesi in crisi, garantendo, attraverso assetti di Polizia Militare e di Polizia di Stabilità, la sicurezza in tanti e spesso complessi scenari internazionali. “E allora è nostro dovere ricordare anche in provincia di Belluno i nostri Caduti, perché il loro sacrificio e il loro impegno sia di esempio e sprono per continuare sempre nella nostra missione: garantire la sicurezza delle comunità che ci sono affidate, in Italia e all’estero” ha detto il Colonnello Pigozzo, Comandante Provinciale dell’Arma di Belluno. A unirsi nel ricordo il Presidente della Sezione ANC di Belluno, Brigadiere Giovanni FRANCESCHINI, che con commozione ha ricordato i nomi di tutti i Caduti e ha aggiunto “noi non dimentichiamo il loro sacrificio per costruire la pace” e il Presidente della Sezione ANC di Santa Giustina, Corazziere Ruggero FERDINELLI che ha ricordato “erano lì per servire il nostro Paese, con umiltà e spirito di servizio. Il loro impegno per la pace ne ha fatto degli eroi cui va la nostra riconoscenza”. Per questo, domenica, sono state deposte dalle Sezioni ANC di Belluno e Santa Giustina le corone d’alloro ai monumenti dedicati ai Caduti della Missione Antica Babilonia, in piazza C. Battisti di Belluno e, nel pomeriggio, presso la Piazza centrale della frazione Ignan di Santa Giustina, insieme alle Sezioni provinciali dell’Associazione Nazionale Carabinieri, ai rappresentanti delle Amministrazioni Comunali e a tanti cittadini presenti.
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