Continua a diminuire l’incidenza percentuale dell’economia non osservata – costituita dal sommerso economico, dall’economia illegale, dal sommerso statistico e dall’economia informale – in rapporto al valore aggiunto (Pil) del Veneto. Se nel 2014 era al 12,7 per cento, nel 2021 (ultimo dato disponibile) è scesa al 10 per cento (vedi Graf. 1). In tutti questi otto anni il trend è diminuito costantemente. Un risultato che ha abbassato l’evasione fiscale della nostra regione al 9,5 per cento. Ciò vuol dire che nel 2021, a fonte di 100 euro versati dai contribuenti veneti all’erario, 9,5 euro sono “rimasti” nelle tasche degli evasori. In Italia solo l’Emilia Romagna (9,4 per cento), il Friuli Venezia Giulia (9 per cento), la Provincia Autonoma di Trento (8,6 per cento), la Lombardia (8 per cento) e la Provincia Autonoma di Bolzano (7,7 per cento), presentano un livello di fedeltà fiscale superiore al nostro. In termini assoluti, nel 2021 nel Veneto sono stati sottratti al fisco 6,5 miliardi di euro (vedi Tab. 1). A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Compliance, fatturazione elettronica, split payment e reverse charge garantiscono più gettito
Quali sono le cause che hanno assicurato questi ottimi risultati che, in linea di massima, stanno interessando tutte le regioni italiane? In primo luogo l’applicazione della cosiddetta compliance; in secondo luogo l’introduzione della fatturazione elettronica e l’obbligo dell’invio telematico dei corrispettivi; in terzo luogo gli effetti dello split payment in capo a chi lavora con la Pubblica Amministrazione e del reverse charge per le aziende che operano, in particolare, nel settore delle costruzioni.
Quanto sottratto al fisco sta diminuendo
Anche la stima dell’evasione fiscale è in calo. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), nel 2021 (ultimo dato disponibile) l’evasione tributaria e contributiva presente in Italia era pari a 83,6 miliardi di euro, di cui 73,2 miliardi riconducibili alle entrate e 10,4 miliardi ai contributi. Va segnalato che il dato complessivo è sceso di ben 24,1 miliardi rispetto al 2016 (-22,4 per cento) (vedi Tab. 2).
In Italia l’evasione è all’11,2 per cento
In Italia l’Ufficio studi della CGIA stima che l’evasione fiscale sia all’11,2 per cento. Vuol dire che per ogni 100 euro incassati dall’erario, 11,2 rimangono indebitamente nelle tasche degli evasori. Le differenze territoriali sono molto marcate. Se in Calabria l’infedeltà fiscale è del 18,4 per cento, in Campania del 17,2 per cento e in Puglia del 16,8 per cento, nella Provincia Autonoma di Trento, invece, scende all’8,6 per cento, in Lombardia all’8 per cento e nella Provincia Autonoma di Bolzano al 7,7 per cento.
Sì ad un fisco più giusto ed equo
Per contrastare maggiormente l’evasione bisogna essere inflessibili con chi è completamente sconosciuto al fisco e altrettanto decisi nei confronti di coloro che, sebbene “targati”, fanno i furbi. Tutto questo, comunque, senza essere costretti ad inasprire la disciplina penale tributaria con l’intento giustizialista di gettare in galera gli evasori e buttare la chiave. Almeno fino a quando non ci verrà dimostrato, con dati alla mano, che il ricorso alla pena restrittiva della libertà personale risulti essere uno strumento in grado di dissuadere le persone a non fare il loro dovere fiscale e a recuperare le somme evase. Nel frattempo, riteniamo che per ridurre l’infedeltà fiscale e allinearci agli standard dei paesi europei meno interessati da questo fenomeno sia auspicabile mettere a punto in tempi rapidi un fisco meno aggressivo, più semplice, più trasparente e più equo, premiando chi produce, chi crea occupazione e genera ricchezza. Garantendo, allo stesso tempo, un gettito sufficiente a far funzionare la macchina dello Stato e per aiutare chi si trova in difficoltà.