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DETTO COSÌ, IL DATO È AVVILENTE, MA POSSIAMO GUARDARLO IN UN’OTTICA POSITIVA
REDAZIONE Il 15 agosto 2022 Tomaso Pettazzi invio un mail ai media locali con riferimento ai risultati di una indagine del “Sole 24 Ore” riguardo le città italiane ed il loro clima. Oggi alla luce della nuova classifica che presenta un’immagine fortemente negativa e poco invitante della provincia, lo scritto del nostro ascoltatore torna di forte attualità e lo riproponiamo
La classifica delle città italiane stilata dal Sole 24 Ore, riguardo l’Indice del Clima, per l’anno 2024, sentenzia:
Bari è la città “migliore”, Belluno la città “peggiore”
Detto così, il dato è avvilente, ma per me si presta ad un’altra lettura, con un orizzonte più ampio. Mi spiego. Innanzitutto, che Belluno sia al 107° posto per ciò che riguarda il soleggiamento e i giorni freddi, similmente per l’umidità relativa, per le piogge, per la brezza estiva, rientra nella sagra dell’ovvio. Belluno è una città montana, logico che faccia più freddo, che piova maggiormente, che ci sia più umidità, che il soleggiamento sia minore, ecc. In questo sta in buona compagnia con altre località del nord o di montagna. Per contro, località del sud, soprattutto in riva al mare, sono caratterizzate da valori opposti. Su altri elementi mi astengo dal commento, non conoscendone la genesi (eventi estremi, raffiche di vento, ondate di calore; questi ultimi due peraltro discretamente positivi per Belluno). Ma leggiamo ora i dati in un’ottica di visione futura positiva, alla luce di quanto sta avvenendo proprio in campo climatico. In sintesi: qualcosa di quasi irreparabile sta avvenendo a livello mondiale. Gli effetti di uno sviluppo incontrollato dell’economia globale, che risponde solamente al profitto, sono sotto gli occhi di ognuno di noi. Surriscaldamento, desertificazione, siccità e, per contro, nubifragi, scioglimento di ghiacciai, inondazioni sono ormai sempre più frequenti e fuori controllo. Le città costiere, prevalenti nella classifica del Sole, hanno prospettive tragiche di potenziale sommersione marina. Gli Stati e le Organizzazioni mondiali stanno cercando di porre un limite a questa tragica evoluzione. In questi giorni compaiono sui mass media notizie sempre più allarmanti. Questo è l’anno più caldo di sempre, il 45% di pioggia in meno, triplicati i giorni di caldo. Ci vorranno anni, lunghi anni solamente per stabilizzare una situazione già compromessa. Nel frattempo ondate sempre più massicce di esseri umani cercano di sottrarsi ad una situazione invivibile che sta impadronendosi di territori via via più allargati. Il problema delle migrazioni sarà ogni giorno ed ovunque più pressante. In conclusione: un territorio con relativo soleggiamento (e di conseguenza minor riscaldamento), anzi con una moderata temperatura, discretamente piovoso ed umido, quindi favorevole alle colture e all’allevamento come quello bellunese, diverrà appetibile perché più vivibile di quelli sempre più sottoposti alle pazzie climatiche. Confrontiamo le foto aeree di gran parte del territorio nazionale con le analoghe scattate nella Valbelluna e nelle valli limitrofe. Da noi predomina il verde e le colture sono discretamente rigogliose. La pianura è di un unico colore bruno indifferenziato, dove domina la siccità e le colture sono compromesse. Vi è una contraddizione tra quello che notiamo in generale e la nostra posizione. Io sono di Belluno ed obiettivamente sono contento di vivere nella provincia ultima in classifica. Nell’ottica delle variazioni climatiche, i dati possono essere letti al contrario. Belluno diviene la prima città. Tutti questi dati non ci deprimono, anzi ce ne compiacciamo.
Tomaso Pettazzi
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