BELLUNO Una proposta di iniziativa popolare, denominata “Un cuore che batte”, è stata presentata alle Commissioni di Giustizia e Affari Sociali per essere discussa. Questa proposta mira ad aggiungere un obbligo per i medici che praticano interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) di mostrare alla donna incinta la morfologia del feto e di farle ascoltare il battito cardiaco del feto stesso. La proposta, sostenuta da oltre 100.000 firme, è stata avanzata da una rete di associazioni pro-life. Tuttavia, essa solleva preoccupazioni etiche, deontologiche e scientifiche. Viene contestata per la possibile violazione del codice di deontologia medica, in quanto impone al medico comportamenti controindicati dal punto di vista etico, deontologico e scientifico. Inoltre, si evidenzia il potenziale danno che potrebbe essere causato al feto a seguito dell’utilizzo del Doppler e degli ultrasuoni per ascoltare il battito cardiaco fetale nel primo trimestre di gravidanza. Organizzazioni scientifiche raccomandano cautela nell’utilizzo di queste tecniche prima delle 10 settimane di gestazione. In conclusione, l’Ordine dei Medici di Belluno esprime la sua piena contrarietà alla proposta, sostenendo che essa comporterebbe comportamenti inaccettabili sia eticamente, deontologicamente che scientificamente per la comunità medica.