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AGORDO
Il capoluogo di Agordo è avvolto nel silenzio e nel dolore per la perdita di Giada, una giovane che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di chi l’ha conosciuta. In prossimità dell’ospedale, familiari e amici si uniscono alla madre per condividere il grande lutto. La data dei funerali non è ancora stata stabilita, ma sui social si moltiplicano le pagine dedicate alla sua memoria, dove emerge, tra i tanti ricordi, la parola “sorriso”, simbolo della gioia e della vitalità di Giada.
Giada Rosson, con le sue parole profonde, esprime il tumulto emotivo che la stagione del cambiamento porta con sé. Un mix di nostalgia e malinconia che accompagna i ricordi di gioventù e di persone care, ora perdute. “Ora siamo nelle montagne e le montagne sono dentro di noi,” scrive John Muir, e per Giada, le montagne rappresentavano un rifugio, un luogo di felicità.
Michela Mickarte, una delle sue amiche, riflette sull’impossibilità di raggiungerla ora che è “una cima troppo alta”. Con il cuore spezzato, si chiede come andare avanti senza di lei, mentre Paolo De Toffol ricorda il silenzio che Giada amava, un silenzio che eleva lo spirito e offre libertà. Le montagne, abbracciando Giada, ora la tengono con sé per sempre, regalando un ultimo saluto a una giovane che ha vissuto intensamente.
“Quando la stagione muta, all’improvviso annusando l’aria mi arrivano violenti pugni di emozioni; le budella si torcono strette in una morsa di insostenibile malinconia e mi sale quasi la nausea. Alla mente arrivano indefiniti, ma potenti ricordi di giovinezza, di persone vissute e poi perse, di tempo andato e che mai più tornerà. I sogni svaniscono in un’idea di futuro nero e solitario. E magari è davvero così; la mia vita spogliata degli orpelli della speranza. È un attimo. Poi tutto passa inghiottito dal tritacarne della quotidianità, degli impegni, dei doveri, delle fatiche, di qualche momento di effimera felicità. Quindi non so se mi piace il cambio di stagione” Giada Rosson, 16 settembre 2024