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Oggi, 15 novembre, gli studenti si sono uniti e hanno scioperato a Belluno, come in tantissime altre piazze del Paese, in occasione della giornata internazionale degli studenti, con lo slogan ‘Per una scuola diversa’.
“Il motivo per cui abbiamo deciso di scioperare oggi, è per far capire che gli studenti non staranno in silenzio davanti alle problematiche delle loro scuole, ma scenderanno in piazza per chiedere un cambiamento.” dichiara Alex Simiele della Rete degli Studenti Medi di Belluno. “Abbiamo chiesto una scuola a misura di studenti: questo non deve essere un’utopia, deve essere la norma. Abbiamo bisogno di sportelli d’ascolto, educazione sessuale, un’edilizia migliore, le carriere alias in ogni scuola. Siamo in piazza per una scuola migliore, accessibile e inclusiva.”
“Siamo in piazza perché gli studenti stanno male, e i dati parlano chiaro. Quattro giorni fa abbiamo lanciato un sondaggio per sapere come stanno gli studenti nelle scuole di Belluno, e abbiamo raccolto in poco tempo 250 risposte, e i dati sono preoccupanti: il 70% si sente molto sotto pressione per motivi scolastici, il 90,3% sente che la scuola considera di più i suoi voti e risultati più che il suo impegno o i propri problemi, il 60% non ha accesso a risorse di supporto fuori dalla scuola, e il 50% non ne ha accesso all’interno della scuola. Facciamo un’appello alle scuole del territorio: parlate di salute mentale, implementate sportelli di supporto psicologico con esperti formati, chiedete agli studenti come stanno.” Afferma Marianna Cassol, della Rete degli Studenti Medi di Belluno
“Le scuole hanno inoltre il dovere di formare cittadini, con un pensiero critico, e consapevoli di cosa succede nel mondo attorno a loro. Nel mondo in questo momento sono in atto 56 conflitti, il numero più alto dalla seconda guerra mondiale, ma a scuola non se ne parla mai. Per questo abbiamo scritto una mozione da presentare in consiglio d’istituto per far aggiungere al PTOF, il piano triennale dell’offerta formativa, dei programmi di educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Questa mozione si può trovare sui nostri social e può essere presentata da rappresentanti d’istituto, professori o studenti. Il cambiamento parte da noi.” dichiara Serena De Marchi, della Rete degli Studenti Medi del Veneto.