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BELLUNO Il benvenuto ai turisti e a tutti quelli che entrano in provincia di Belluno ha il colore dell’enrosadira, quello che le Dolomiti acquisiscono all’alba e al tramonto. I nuovi cartelli stradali posti all’ingresso del territorio provinciale infatti sono rosa e portano la scritta “Dolomiti Bellunesi” sotto l’indicazione geografico-amministrativa della Provincia di Belluno, con i caratteri del nuovo brand. «In questo modo tutti coloro che arrivano in provincia sanno che stanno entrando nel territorio delle Dolomiti Bellunesi» spiega Vanessa De Francesch, consigliera provinciale delegata al turismo. «L’identità territoriale è uno strumento forte di promozione e intende porre l’accento sull’appartenenza delle Dolomiti alla provincia di Belluno. Perché non è scontato: basta vedere quanto accaduto con l’errata attribuzione di Cortina al Trentino, non più tardi di qualche giorno fa, nientemeno che su un tg della Rai». L’installazione dei nuovi cartelloni stradali rientra nell’ambito delle azioni conclusive del progetto “Vivere le Dolomiti” (finanziato dai Fondi di confine), e fa parte dell’attuazione del piano di marketing che da un paio di anni è aggiornato con il nuovo brand turistico e territoriale. Si tratta di un intervento di manutenzione, pertanto le strutture, le misure e i materiali sono stati mantenuti come da impianti esistenti, realizzati nel 2009. È stata aggiornata la grafica con il nuovo brand Dolomiti Bellunesi, come previsto nel percorso che ha portato a una comunicazione specifica per la destinazione provincia di Belluno. «La posa dei nuovi cartelli è una delle azioni di coronamento del percorso di brandizzazione del territorio, avviato dal consigliere provinciale Danilo De Toni, che ringrazio, in collaborazione con la Dmo Dolomiti Bellunesi. Grazie anche agli uffici provinciali per l’attenzione con cui hanno seguito questo tema» continua la consigliera De Francesch. «Dobbiamo continuare a lavorare perché il marchio Dolomiti Bellunesi caratterizzi l’intero territorio, tanto più alla vigilia delle Olimpiadi e Paralimpiadi». I cartelli sono 11, installati in 10 Comuni di confine con altre province, vale a dire Setteville, Arsiè, Sovramonte, Falcade (un cartello al Valles, l’altro al San Pellegrino), Rocca Pietore (sul Fedaia), Auronzo, Lorenzago (sul Passo Mauria), Longarone, Alpago e Borgo Valbelluna (sul San Boldo). Grafica (in collaborazione con Dmo) e realizzazione valgono complessivamente poco meno di 70mila euro. L’installazione è stata completata nei giorni scorsi
DILLO A RADIO PIU’…MA LIVINALLONGO?
1 – Ho letto l’articolo sui nuovi cartelli stradali con il brand Dolomiti Bellunesi, ma Livinalongo non è un comune di confine?
2 – E adesso partirà la polemica manca il Pordoi e il Campolongo (Livinallongo)
3 – Non è che ci si sia dimenticati anche di Gosaldo – Passo Cereda?
(FOTO: Wikipedia)
4 – Moreno Geremetta E poi aggiungo: Cima Banche? Gosaldo? Pordoi? Campolongo? Valparola? Passo di Monte Croce?
5- Luis Bertagnin Praticamente i punti più importanti dimenticati dalla stessa belluno. Qualcuno dirà. Siete sempre a lamentarvi. Certo Tutto questo arriva con un spaventoso, vergognoso e ignorante ritardo da parte nostra. Aggiungo che se viene continuamente e volutamente sbagliata la locazione geografica delle dolomiti bellunesi, la colpa è solo di belluno che ha acconsentito a tutto ciò con un silenzio prolungato e spesso anche con complicità. Meglio tardi che mai? Certo meglio tardi che mai. Ma fatto così adesso serve poco o niente. Intanto che stiamo qua a mettere i cartelli, nel frattempo è partita sappada, e mentre tutti erano a compiangere a ovest la mutilazione di belluno, il Trentino in silenzio a est si stava portando via la fetta della marmolada alle spalle ignote dei bellunesi. Adesso c’è la partita dei comuni che hanno fatto il referendum. Se è sappada perché non può farlo cortina e gli altri? Il sudtirol lo ha già messo in agenda nell’ordine del giorno ed è più forte del sappadino Friuli. Belluno è destinata a sparire spartita tra le autonomie vicine e quello che resta se lo prenderà Treviso perché una provincia così non può stare in piedi. Adesso continuamo a mettere i cartelli dai Che sulle etichette del vino Trentino doc c’è il pelmo
6- Andrea Randy Dal Bo Come sempre in Italia funziona così. Quando si tratta di lavori della Pubblica Amministrazione, che siano essi Comunali, Provinciali, Regionali o Nazionali i prezzi lievitano a dismisura. Un cartello da 600€ magicamente, costa 6000€. È questa l’assurdità. Certo, c’è la progettazione, la realizzazione, la posa. Ma sono cmq cifre assurde. Soprattutto perché stiamo parlando di una cartello che di certo non migliorerà i servizi, la viabilità, o la manutenzione del territorio che a differenza dei paesi confinanti è scarsa e visibilmente decadente.
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