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VENEZIA Gli Ambiti territoriali sociali (Ats) sono una grande opportunità di sviluppo per il Veneto, perché potranno garantire una gestione rafforzata e integrata dei servizi sociosanitari, rispondendo alle necessità dei territori; al contempo, serviranno a difendere competenze e ruoli di migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti nella riforma. Proprio per l’evidenza del loro valore sociale, dovranno mantenere una natura giuridica pubblica. Parte da questa ferma convinzione la scelta di Cisl Veneto di trasmettere a tutti i 563 sindaci dei Comuni veneti una lettera in cui si ribadisce la necessità che i nuovi enti siano di natura pubblica, attraverso la forma giuridica dell’“azienda speciale consortile quale ente pubblico non economico”. Trasmessa oggi a firma del segretario generale regionale dell’organizzazione e dei segretari generali delle cinque Cisl territoriali per le aree di competenza, la nota ai sindaci è inviata a ridosso della scadenza per la predisposizione dei regolamenti attuativi fissata dalla legge regionale istitutiva degli Ambiti territoriali sociali (n. 9 del 04/04/2024), di cui da subito Cisl Veneto ha condiviso le finalità. Previsti a regime nell’aprile del 2026, gli Ats diventeranno il fulcro della programmazione, la pianificazione, il coordinamento e la gestione della funzione socioassistenziale, nonché saranno contesti di riferimento per la realizzazione dei Livelli essenziali delle Prestazioni sociali (LEPS). «È proprio guardando al grande cambiamento che contribuiranno a realizzare, in un’ottica di “welfare generativo”, che chiediamo sia preservata la natura pubblica degli Ats tramite la scelta di costituirli come “aziende speciali consortili pubbliche non economiche” – spiega Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto –. Crediamo si tratti dello strumento ottimale: da un lato per efficientare il sistema stesso, dall’altro per garantire continuità delle prestazioni e rafforzamento dei servizi, nonché condizioni sostenibili per chi già lavora nel sistema sociosanitario regionale ma anche per chi ne entrerà successivamente a far parte. Questo assieme all’attuazione delle forme di partecipazione previste dalla riforma, in cui peraltro anche il sindacato stesso potrà svolgere appieno il suo ruolo rilanciando la contrattazione sociale». «Siamo convinti – aggiunge ancora Paglini – che solo con una grande e unitaria convergenza di tutti gli stakeholders si potrà realizzare pienamente la riforma degli ATS, per approdare a un sistema integrato che possa includere nella gestione anche le RSA regionali».
FRANCESCO ORRU’, SEGRETARIO CISL
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