il contributo decisivo di Roccapietore per la ristrutturaziomne. 462 anni fa, del duomo di Belluno.
BELLUNO con cerimonia solenne e la benedizione del vescovo Giulio Contarini IL 3 MARZO DEL 1557 LA PRIMA PIETRA DEL NUOVO CORO DELLA CATTEDRALE In quella preziosissima fonte di informazioni che è il volume “La Cattedrale di Belluno”, lo scomparso storico agordino prof. don Ferdinando Tamis (che sull’argomento pubblicò anche un estratto nel quadernetto “I nostri Santi”, che risale al 1991) ricorda che “Il 3 marzo 1557 (dunque qualcosa come quattrocentosessantadue anni or sono – ndr.)il vescovo Giulio Contarini benediceva solennemente la prima pietra del nuovo coro della cattedrale verso Occidente, dovendo restare ad uso piazza l’area occupata verso mattina dal vecchio coro, che si estendeva sul lastricato davanti alla facciata”. Un altro storico di vaglia, il prof. Flavio Vizzuti, nel suo poderoso “La cattedrale di Belluno catalogo del patrimonio storico-artistico”, edito nel maggio del 1995 per i tipi della tipografia Piave di Belluno a cura del Capitolo della basilica cattedrale, si è soffermato a sua volta sulla posa di quella prima pietra ricordando: “Al giorno 3 marzo 1557 (era una domenica – ndr.) risale la posa della prima pietra della fondamenta della Cuba verso sera della Chiesa Cathedrale di Cividal di Belluno sotto il Rev.mo Mons.r Giulio Contarini… essendo Podestà il Cl, Benedetto Cornaro. Lo scarto di tempo compreso tra questa data e il 1519 quando si parlò della costruzione del nuovo coro, cioè di quello attuale, si giustifica molto probabilmente con il fatto che in tali anni si lavorò non solo per il terrapieno ma anche in tutta la zona circostante per consolidare e sistemare il declivio. Tra l’altro, non essendo il materiale archivistico estremamente particolareggiato in questo caso, penso sia lecito ipotizzare alcune saltuarie interruzioni o comunque dei forti rallentamenti soprattutto a causa delle enormi spese”. A questo punto facciamo un passo indietro, sempre con Vizzuti, con una curiosità:“Il 29 aprile 1489, con l’assenso del vescovo Bernardo Rossi (1488-1499) il Consiglio deliberò che la cappella maggiore fosse edificata verso occidente destinando per la realizzazione del progetto dieci anni delle entrate di Roccapietore…”. Ancora l’autore di “La cattedrale di Belluno”: “Nel 1582 (2 agosto – era un lunedì – ndr.) il vescovo Giovanni Battista Valier (1575-1596), che aveva sborsato 500 ducati e altrettanti e più n’erano dal clero contribuiti, animato dal fortissimo desiderio di ridurre a perfezione la fabbrica del Duomo, si presentò al Consiglio durante una seduta chiedendo una sovvenzione. Tale consesso, convinto dalle parole del prelato, concesse di buon grado le entrate di Roccapietore per altri cinque anni, L’anno dopo monsignor Valier, convinto assertore ed applicatore in diocesi degli insegnamenti del Concilio tridentino, dedicò la visita pastorale anche alla ‘Cathedral’”. In chiusura ci piace sottolineare l’apporto, decisamente importante, che i fedeli dell’allora Roccapietore hanno garantito per la realizzazione di un progetto datato relativo alla ristrutturazione dell’antica cattedrale che versava in rovina o quantomeno in uno stato assai precario se è vero che il 19 dicembre 1421 il Senato Veneto, alle rimostranze del Consiglio di Belluno rispondeva promettendo ogni interessamento affinché iniziassero entro due mesi i restauri. L’attuale chiesa cattedrale e basilica del Duomo, nella piazza omonima è richiamata anche da Vincenzo Caputo che nel suo libro “Belluno “Uno sguardo a centoquindici chiese” con cenni architettonici di Roberto Reolon, edito (novembre 2012) dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, scrive: “E’ il più importante e vistoso monumento della città… Il suo attuale aspetto si deve alla ristrutturazione avviata nel 1517, su progetto di Tullio Lombardo, di un precedente edificio gotico e che a sua volta era sorto sulla primitiva cattedrale intitolata dal vescovo Felice a s. Martino di Tours nel 548 durante le guerre gotiche…”. Sempre ai primi di marzo, esattamente il 4 del 1184 (fonte ancora una volta il prof. don Tamis) si registravano le prime Pievi della Diocesi di Belluno: “Il 4 marzo 1184 il vescovo Ottone II consacrava la piccola chiesa di santa Croce di Campestrino, ora san Biagio, a Belluno in prossimità del torrente Ardo, alla presenza dei canonici, dei pievani della diocesi, che vengono ricordati la prima volta con questo titolo o qualifica, e del clero, imprimendo all’assemblea il valore di un primo Sinodo per le decisioni prese. La bolla fu pubblicata per intero nel primo volume della Storia dell’Agordino” – dello stesso Tamis – ndr.).
NELLE FOTO (Renato Bona e Gogle): La cattedrale basilica del Duomo di Belluno; abside e campanile; la facciata della chiesa; il piccolo edificio sacro di San Biagio fra le prime Pievi della Diocesi bellunese.