Risale, come il quasi millenario luogo sacro, all’anno 1158
Il settimanale “Domenica” edito dalla Diocesi di Belluno-Feltre e diretto dal vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich, ricorda nell’ultimo numero che venerdì 26 aprile 2019, “ricorre l’anniversario della dedicazione (1158) della Chiesa di San Gottardo di Mas-Peron, trasferita al 29 aprile”. La parrocchia di Sospirolo – puntualizza il sito telematico della Provincia di Belluno – “E’ molto antica. Risale certamente a prima del 1185. L’attuale chiesa parrocchiale, dedicata ai santi Pietro e Paolo fu completata nel 1898 e consacrata il 23 marzo dello stesso anno dal cardinale Giuseppe Sarto, allora patriarca di Venezia, eletto poi al soglio pontificio con il nome di Pio X. Una lapide messa a dimora sulla facciata nel 1943, in occasione della festa di Santa Barbara, ne ricorda l’avvenimento”.
Anche il sito dolomitiprealpi.it scrive a proposito di San Gottardo di Sospirolo: “Il piccolo Santuario emana spiritualità e suggestione; posto su di un’altura all’imbocco della Valle del Cordevole, accoglieva, con l’attiguo ospizio, viandanti e pellegrini provenienti da tutta Europa. Attualmente la chiesa è dedicata a San Gottardo, monaco benedettino particolarmente venerato nei paesi di lingua tedesca. E’ opportuno rilevare che, in epoca medievale, questi territori, attraversati da frequentate vie di transito, risentirono comunque di significative influenze culturali e artistiche nordiche. Proprio il passaggio dell’importante via di comunicazione che collegava la pianura veneta con l’Impero favorì la nascita degli ospizi della Val Cordevole, ed è comprensibile che uno di essi sia dedicato a San Gottardo, fondatore proprio di strutture ospitaliere…”.
A sua volta il sito viaggi spirituali.it annota: “Troviamo il Santuario San Gottardo abbarbicato su di un’altura all’imbocco della Val Cordevole. Attualmente la chiesa è dedicata a San Gottardo, egli fu monaco d’Alteich nella Baviera e vescovo di Hildesheim nella Sassonia negli anni dal 1022 al 1038.
In precedenza il luogo era in dedicazione a San Salvatore Vescovo, San Marco e tutti i Santi. Già in una pergamena del 1450 compare il titolo di San Marco, pergamena che riporta tra l’altro i progetti della costruzione della Certosa di Vedana. I monaci decisero durante la ricostruzione della chiesa di portare la tavoletta di S.Marco al monastero e di dedicare il nuovo tempio a San Gottardo.
All’interno l’opera più antica risulta essere un’immagine del Santo su legno risalente al 1430-40. Di notevole interesse anche il dipinto della Vegine con i Santi Gottardo e Brunone ai lati”.
Concludiamo questa carrellata con il sitospaziopadova.com per Salva Veneto: “La chiesa-santuario di S. Gottardo si trova nel piccolo borgo omonimo, sito nel territorio comunale di Sospirolo… È probabile che possa essere sorta intorno alla metà del XV secolo, contemporaneamente all’arrivo dei Certosini nel vicino convento di Vedana, tuttavia non è da escludere l’ipotesi che, precedentemente, esistesse una piccola cappella, anche se la sua presenza non risulta documentata. La chiesa consta di un’unica navata alta, spaziosa e coperta da una volta a botte a sesto ribassato; molto interessante anche lo snello campanile con cupola a bulbo. L’altare maggiore, ricchissimo di decorazioni, reca una pala di Francesco Frigimelica “il Vecchio” (ca. 1570-dopo 1646), raffigurante la Vergine Assunta con i Santi Bruno e Gottardo. Lo stesso artista ha dipinto la tela dell’altare di destra, ancora con la rappresentazione di San Bruno e San Gottardo. Sull’altare di sinistra è inserita una pala (opera dello stesso Frigimelica), che raffigura San Salvatore; sullo sfondo si vede un luminoso paesaggio, nel quale sono riconoscibili il lago di Vedana ed il Monte Peròn. Molto interessante è anche la quattrocentesca tempera su tavola (probabilmente un ex-voto) incastonata nel tabernacolo dell’altar maggiore; l’opera attribuita a Jacobello del Fiore, o alla sua bottega, rappresenta San Gottardo con i piedi deformati a causa del lungo cammino trascorso in penitenza”. L’origine della devozione a San Gottardo: “Nacque in Baviera nell’anno 960; dopo aver percorso vari gradi della carriera episcopale, si fece monaco, venendo successivamente nominato vescovo di Hildesheim, dove morì nel 1038. Le notizie sulla sua santità si sparsero già subito dopo la morte ed il culto trovò rapida diffusione nel territorio germanico, ma anche in aree più lontane, come la VaI Belluna. Furono soprattutto i mercanti, di cui era patrono, a veicolarne la fama durante i loro viaggi d’affari; è significativa, a tal proposito, la presenza di molti edifici sacri a lui dedicati lungo le strade e i valichi alpini più trafficati. San Gottardo, a causa delle infermità sofferte in vita, era invocato soprattutto per la salute degli arti inferiori ed era considerato anche patrono degli storpi e dei muti. La tradizione popolare bellunese ha spesso confuso la sua figura con quella di San Salvatore, uno dei primi vescovi di Belluno, rendendoli protagonisti dei medesimi episodi. Entrambi, infatti, avrebbero dimorato nei boschi e nelle grotte del Monte Peròn (posto ad oriente del borgo di San Gottardo), percorrendo in ginocchio, per penitenza, un sentiero a mezza costa della cima, il quale santificato, per così dire, dal quotidiano sacrificio è costantemente transitabile, pur essendo situato in un pendio franoso e ghiaioso. La tradizione popolare rammenta un altro episodio comune ai due Santi, in occasione della morte: la salma doveva essere sepolta sull’altra riva del Cordevole, ma le acque impetuose ne impedivano il traghettamento, finché miracolosamente il flusso si arrestò, creando un varco utile al passaggio del feretro. È assai probabile che al culto antichissimo per San Salvatore, si sia sovrapposta. in epoca più recente, la devozione nei riguardi di San Gottardo, creando i presupposti per una fusione, a livello della tradizione religiosa locale, delle due figure. D’altronde, anche attualmente, nel santuario è collocato un altare dedicato a San Salvatore”.
Nel Bellunese, i primi eventi miracolosi, attribuiti all’intercessione di San Gottardo, vengono ricordati a partire dal XVIII secolo, il suo culto conobbe rapidamente un’ampia diffusione, tanto da portare ben presto all’organizzazione di veri e propri pellegrinaggi, che avvenivano nei Venerdì del mese di marzo e in occasione della ricorrenza liturgica del Santo (5 maggio). Questa tradizione continua, seppur in misura molto minore, anche al giorno d’oggi. Già nei secoli XVI e XVII, la fama del Santo era ampiamente diffusa, soprattutto presso i lavoratori delle miniere di Valle Imperina, nel vicino Canale d’Agordo, molti dei quali erano di origine germanica. A tal proposito, si racconta che, nel 1618, il lecchese Francesco Crotta, proprietario delle miniere, fece rivestire col rame estratto dai giacimenti il tetto della chiesa e del campanile, per onorare San Gottardo, grazie al cui intervento aveva scoperto un nuovo e ricco filone, dopo tre anni di ricerche infruttuose. La pratica devozionale prevedeva che i fedeli, una volta arrivati nel santuario, recitassero una preghiera propiziatoria e poi si rivolgessero al Santo chiedendogli una grazia. Le guarigioni attribuite al suo intervento sono ancora oggi testimoniate dalla quarantina di grucce appese alla parete settentrionale dell’abside. Secondo un’antica usanza, il fedele afflitto da infermità prendeva un paio di stampelle lasciate da un precedente miracolato e con queste ritornava a casa, riportandole nuovamente nella chiesa, a grazia ricevuta.
Per accedere alla chiesa di San Gottardo, non sempre aperta, è necessario rivolgersi preventivamente al parroco di Mas-Peròn (telefono 0437/87107).
NELLE FOTO (De Santi; riproduzioni da “La chiesa di san Gottardo” edito dalla Parrocchia di Mas-Peron nel dicembre 1983 per i tipi della Piave e compilato dallo storico Ferdinando Tamis; archivio Centro civiltà dell’acqua) esterni della chiesa; immagine del Santo quando era vescovo; la copertina del libro della Parrocchia; interno dell’edificio sacro; il Santo coi piedi malati, l’altar maggiore; la “Madonna con San Michele e San Gottardo” del Museo civico di Belluno.