SENZA APPARECCHI, OGNI FAMIGLIA PAGHEREBBE 234 EURO ALL’ANNO DI NUOVE TASSE
Regioni e comuni riducono la presenza dei punti vendita e aumentano le tasse: le imprese del settore automatico (Slot e Videolotteries) in crisi, migliaia di addetti in pericolo – Il settore dà lavoro a 57mila addetti tra diretti, indiretti e indotto – Il gettito fiscale di Slot machine e Videolotteries (6,1 miliardi) corrisponde alle risorse 2019 per reddito e pensione di cittadinanza: il mancato prelievo sugli apparecchi costerebbe 234 euro a famiglia di nuove tasse – Ormai superati gli incassi dell’imposta di registro (5,3 mld) e Addizionale comunale Irpef (4,4 mld)
Senza il gettito fiscale prodotto dagli apparecchi da intrattenimento – che corrisponde alle risorse impiegate nel 2019 per reddito e pensione di cittadinanza – ogni famiglia dovrebbe versare 234 euro annui in più di tasse. E’ uno dei dati contenuti nel primo “Studio sul settore dei giochi in Italia”, realizzato dalla Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA) e dall’associazione di gestori slot Astro, presentato oggi a Roma. La stretta sui giochi dettata dalle norme di Comuni e Regioni su distanze e orari sta determinando una pesante contrazione del comparto degli apparecchi da intrattenimento (New slot e Videolotteries), con rilevanti effetti sull’occupazione e sul gettito erariale. L’estensione dei provvedimenti locali all’intero territorio nazionale – secondo i calcoli di CGIA/Astro – porterebbe ad una contrazione del gettito pari ad almeno 1 miliardo di euro (una riduzione superiore al 15%) sul totale di 6 miliardi. L’effetto sull’occupazione sarebbe ancora più drammatico: circa 7 mila posti di lavoro in meno che, sommati ai 10 mila determinati dagli effetti negativi dell’aumento dei prelievi sugli utili delle imprese del comparto, porterebbe ad una contrazione occupazionale di 17 mila unità: circa il 30% dell’occupazione del settore è perciò a rischio. Nello studio presentato oggi, si fornisce, per la prima volta, una fotografia del numero degli addetti del comparto. Sulla base delle informazioni fornite dagli archivi camerali e dalla banca dati del RIES – l’elenco al quale devono essere iscritti i soggetti che operano nel settore delle AWP e delle VLT – si calcolano quasi 57 mila addetti sostenuti dal sistema, senza conteggiare chi lavora direttamente per i concessionari. In secondo luogo, lo studio offre una panoramica sulla fiscalità del comparto slot machines (Amusement With Prize – AWP) e Videolotteries (VLT) dettagliando il gettito, l’inasprimento delle aliquote e la conseguente riduzione del fatturato del comparto. Le entrate erariali degli apparecchi da intrattenimento (AWP e VLT) ammontano a oltre 6 miliardi di euro e corrispondono a quasi il 60% dell’intero gettito del comparto giochi (pari a oltre 10 miliardi di euro). Nel 2019, l’aliquota del Prelievo erariale Unico (PREU) per le AWP è pari al 21,6% della raccolta, una percentuale che corrisponde al 67,5% del margine che spetta agli operatori del settore. Oltre al PREU, è stato quantificato il flusso di entrate che deriva dalla tassazione degli esercizi dedicati – compresi i contributi ai dipendenti del settore assimilato: il totale supera quota 1 miliardo di euro, garantendo così all’Amministrazione Pubblica un contributo complessivo di oltre 7 miliardi di euro. Da ultimo, lo studio si concentra sugli effetti della pesante e progressiva riduzione del margine (-30%) avvenuta e prevista per i prossimi anni. Il 2019 sarà un anno particolarmente critico per il settore: l’aumento della tassazione è in vigore da gennaio 2019, mentre la riduzione delle vincite dei giocatori (che compensa solo in minima parte l’effetto negativo legato all’aumento del prelievo) richiederà un orizzonte temporale di parecchi mesi. Le forti riduzioni dei margini che avvengono progressivamente in tempi ristretti mettono così a rischio la sopravvivenza di molte aziende del settore.
“La collaborazione con gli analisti della CGIA di Mestre è stata un’esperienza unica per la serietà ed il rigore metodologico che li contraddistingue. Abbiamo condiviso un’impostazione prudenziale che garantisse certezza ai dati ed alle elaborazioni fornite, anche a costo di sottostimare talune realtà. È il caso degli occupati nel settore, laddove per evitare presunzioni non suffragate adeguatamente sono stati lasciate fuori alcune categorie. La platea che ruota intorno al mondo degli apparecchi di gioco, tra diretti ed indiretti, conta comunque più di 150.000 persone, anche se il comparto ne sostiene circa 57.000. Questo studio rappresenta l’inizio di una collaborazione che vogliamo rendere stabile proprio per affinare sempre di più gli strumenti di analisi economica del settore” ha dichiarato Armando Iaccarino, direttore del Centro Studi As.tro.