Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma “una bambina di Taibon”, che tanto bambina non lo è poiché da bambina per davvero è una delle ultime che ha visitato el molin del Nani. Quindi fatti quattro conti era un po’ di decenni fa. Età a parte nel lungo scritto un messaggio all’Amministrazione Comunale di Taibon, proprio al Municipio è inviata la missiva con critiche, proposte, aspettative. Siamo certi che porterà alla riflessione e ad un facile dibattito. Nella lettera le perplessità circa la prevista ristrutturazione dell’ex mulin del Nani con un invito a ripensare ad un possibile B&B sull’esempio di altre ristrutturazioni in località turistiche più o meno note. Immancabili le critiche all’arena in costruzione alle Peschiere (le foto evidenziano gli ultimi lavori con la copertura il legno tra legni schiantati) dove da giorni è stata effettuata una notevole pulizia del bosco sul versante a valle. Nella lettera si chiede ancora maggiore attenzione per le tematiche di sviluppo turistico e non manca la frecciatina sulle fontane moderne e di ieri. CI siamo pero’ permessi di togliere tutta la parte che fa riferimento critico al tornante dei “Cadene” in alta Valle di San Lucano dopo Col di Pra, infatti il tornante realizzato in fretta e furia in prima battuta dopo Vaia e che ha permesso il proseguo dei lavori anche a monte è stato di nuovo rettificato. Se la lettera metteva in evidenza l’eccessiva pendenza oggi il giornale di RADIOPIU testimonia (nell’articolo che segue) i gran lavori fatti nelle ultime settimane, compresa la scogliera sul Bordina.
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TAIBON Colgo l’invito rivolto dall’Amministrazione Comunale alla collettività a segnalare eventuali idee per il recupero dell’edificio ex mulino in località Pont de Togna. Ho avuto modo di entrare nei locali quando il mulino era ancora in funzione grazie alla sensibilità della maestra che una mattina di un giorno di scuola, ci fece togliere le pantofole e re-indossare le scarpe per “andare in gita” a visitare il mulino che di li a pochi giorni avrebbe cessato la sua attività. La maestra aveva accompagnato l’iniziativa dicendoci che, con ogni probabilità, non avremmo avuto altre occasioni per vedere un mulino in funzione, e fu così che le varie classi della scuola elementare si avvicendarono nella visita del mulino ed ebbero l’occasione di vedere l’edificio dall’interno, ricevere dal Nani spiegazioni sul funzionamento dei macchinari, vedere le macine girare e la farina scendere separata dalla pula. In poche parole ci venne spiegato come il pane o la polenta arrivano in tavola, tutte cose che si danno per scontate ma che in realtà nascondono lavoro, fatica, ingegno. Ingegno dei nostri avi applicato in uno dei mestieri antichi. Mestieri che per la popolazione locale sono l’espressione delle tradizioni, degli usi e costumi del posto e quindi delle nostre origini e che, in un’ottica di sviluppo turistico rappresentano proprio uno degli elementi che il turista cerca quando scegli la montagna per una vacanza. Anch’io ritengo che realizzare una sala conferenza abbia poco senso perché di sale ce ne sono già più di una e perché, date le dimensioni i locali ricavabili sarebbero davvero esigui, ma ho trovato alquanto discutibile il punto di vista di chi definisce il molino “un edificio che non ha alcun pregio storico ed estetico” e “di alcuna valenza culturale o tradizionale” ed oltretutto, anche riduttivo e irrispettoso verso chi quegli ingranaggi li ha saputo costruire. Certo che la ristrutturazione sarà costosa, certo che dovrà essere rispettata la normativa urbanistica ed anti sismica, dovrà essere rispettata in ogni caso, qualsiasi sia la destinazione finale e quindi anche per un eventuale ambulatorio medico. Noto che lo chiamano già “ex mulino”… ed invece, dal mio punto di vista, è un valore aggiunto. Da decenni si sente parlare di lancio dell’Agordino in ambito turistico, ma quali sarebbero i buoni motivi per cui il turista dovrebbe preferire l’Agordino alle vallate trentine? Taibon cosa offre? Perché i turisti dovrebbero arrivare qui? Se non si parte dal territorio valorizzando le attrattive locali, come anno i nostri vicini trentini, non si andrà da nessuna parte. Il binomio paesaggio e cultura locale sono risorse preziose. In un contesto montano gli edifici vanno recuperati valorizzando le peculiarità che caratterizzano le regioni dell’area alpina. Poco distante da noi ci sono esempi: a Cavalese, lungo la strada che dal centro del paese scende verso la cascata è stato recuperato un mulino ad acqua, ogni volta che si passa di li non si puo’ non buttare un occhio alla ruota che gira azionata dall’acqua e pensare “come è bello“. Al Passo San Lucano presso la frazione di Trodena, un altro vecchio mulino è stato recuperato e trasformato in museo, con annesso antico forno della frazione che, in alcune occasioni nel corso dell’anno (sagre e festività), viene acceso per cuocere pane di segale e focacce dolci da offrire ai turisti. Scenografie… atmosfere… che i trentini sanno creare proprio per un ritorno economico in campo turistico. Nello stesso tempo hanno salvaguardato il loro patrimonio locale perché il mulino non l’hanno demolito. Un altro spunto da Varese, dove sulla cima del Sacro Monte (880 metri), oltre la Cittadella della Scienza con l’osservatorio astronomico e il centro geofisico, c’è il giardino botanico della flora delle Alpi per la conservazione delle biodiversità. Il giardino botanico non è grande, in poco spazio sono catalogate circa 400 specie di erbe e fiori montani, e trova non poco riscontro ai fini didattici e divulgativi. Il giardino botanico potrebbe essere un’idea anche per Taibon. L’edificio è talmente particolare proprio per la sua destinazione a mulino, in posizione strategica in centro al paese, con parcheggio vicino, location ideale per un Bed&Breakfast. Il punto di forza è proprio la sua destinazione a molino. Ci sono B&B dentro fari, castelli, velieri, ex conventi con soffitti affrescati ed ex carceri medievali con travi a vista. Tutti gettonatissimi dove è pure difficile trovare posto. E’ impossibile pensare che la particolarità non premi. Taibon dovrebbe nel contempo promuovere itinerari per passeggiate a piedi e tracciati per mountain bike recuperando le già esistenti strade silvo pastorali. Sono le stesse strade che servono per lavorare nel bosco e far fronte in caso di emergenza ad eventi tipo l’incendio dell’ottobre 2018. Certo che ci sono lavori più urgenti, le strade di tutto il paese sono messe male, il ponte in legno che collega il campo sportivo al parcheggio non ha bisogno solo di una manutenzione straordinaria, necessità di essere coperto con un tetto come il ponte a Canale d’Agordo, Cencenighe, La Valle… per salvaguardarlo dalla intemperie e far si che le manutenzioni si mantengano più a lungo, anzi il tetto doveva essere fatto fin da subito per evitare ulteriori manutenzioni. Ho qualche riserva per il passaggio pedonale a sbalzo sopra il Tegnas tra piazza del Municipio e il Pont de Togna… già lo vedo con la “brosa” alta diventare una possibile causa di cadute rovinose e di risarcimento ai malcapitati infortunati. L’area verde attrezzata potrebbe essere ricavata in altra zona non proprio necessariamente al posto del molino, per esempio in fondo al parcheggio più vicina al campo sportivo. Per i taiboner il recupero del mulino rappresenterebbe la salvaguardia del patrimonio locale, l’abbellimento del centro del paese che merita di essere reso caratteristico e soprattutto presentabile, prima di tutto per noi, ma in un’ottica di un più ampio sviluppo turistico, potrebbe contribuire anche ad un beneficio economico per le attività locali, l’economia non si regge solo sui consumi della popolazione locale.
Un’altra domanda riguarda la posa della fibra ottica nella Valle di San Lucano, sarei interessata a sapere se quello è l’unico modo per dare copertura telefonica alla valle. E’ la copertura dei telefoni cellulari che serve. Non sarebbero sufficienti delle antenne per il segnale della telefonia mobile? Mi pare che il progetto prevede un traliccio ripetitore in località Forno Val e un’altra antenna a Col di Pra. Tali antenne non sono impattanti per l’ambiente?
Ho apprezzato che stavolta, ci sia stato il buon senso di rivolgersi alla popolazione per sondare le opinioni che fin dalla fase di progettazione e non solo dopo aver già speso i soldi dei contribuenti per la progettazione come per la ormai tristemente famosa colata di cemento dell’Arena in località le Peschiere. Progetto che le amministrazioni comunali non hanno voluto abbandonare nemmeno dopo aver raccolto il disappunto della popolazione durante la riunione in sala San Rocco. In quel momento l’amministrazione comunale era ancora in tempo per fermarsi poiché gli appalti dei lavori non erano ancora firmati. Certo sarebbero andati sprecati i soldi già spesi per la progettazione, “solo” quelli però… Ma l’area delle Peschiere oggi sarebbe ancora integra. Resta sempre e comunque da chiedersi come gli enti competenti abbiano concesso le autorizzazioni paesaggistiche in una valle soggetta a vincoli.
In ultimo, gradirei sapere come mai, nonostante se ne parli da anni, le vecchie fontane in pietra e i vecchi lavatoi non siano ancora stati ricollocati al loro posto… l’arte moderna della fontana di San Cipriano e quella della frazione Villanova non c’hanno mai azzeccato con Taibon. Sarebbe anche interessante sapere quanto sono costate dette fontane, quanto costerà la loro rimozione, quanto costerà il ricollocamento delle vecchie fontane.