di Renato Bona
Alla scoperta di “Chiese scomparse di Belluno” che è poi il titolo dell’ottimo libro dell’architetto Mario Dal Mas e di monsignor Attilio Giacobbi (stampa a cura dell’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali con la tipografia Piave, del gennaio del 1977) leggiamo e sintetizziamo nella circostanza il capitolo che i due valenti studiosi-autori (uno per la parte storico-architettonica-urbanistica e l’altro per il contenuto storico artistico degli edifici sacri e le espressioni di vita religiosa collegate alle chiese, ed ha tratto le conclusioni) hanno dedicato alla chiesa di San Giuseppe, la cui edificazione si concretizzò il 12 agosto 1507. Proprio nel periodo storico assai delicato per la città di Belluno, mentre è minacciata dall’imperatore Massimiliano in guerra con Venezia. Dove si costruii? Gli autori spiegano: “Era posto in Campitello sul luogo preciso ora occupato dal fabbricato che chiude a ponente la piazza, in un bel luogo aperto, ma scosceso, appena delimitato a sinistra dalla strada che menava a Borgo di Tiera, e dominante la vecchia strada di Lambioi che da quel punto scendeva al fiume. La scelta non è casuale e costituisce senza dubbio il primo fatto costruttivo importante per la definizione della piazza di Campitello fino allora ben poco più che un campo al margine delle mura”. Una scelta – aggiungono – di valore assoluto in quanto oltre a rendersi polo della piazza essa definisce lo sviluppo del Borgo, allora ancora non costituito, mettendosi al ‘capo di Tiera’ precisando l’inizio ed il limite dello sviluppo della città, già troppo compressa entro le mura”. Un dipinto del secolo XVII conservato al Museo bellunese documenta l’inserimento della chiesa nell’ambiente “con l’emergenza del Castello, le sue mura e torri e il borgo che si preannuncia nelle linee essenziali, e la casa Agosti forse appena realizzata…”. La chiesa, viene quindi ricordato, “segue le vicende dell’infausto decreto napoleonico del 25 aprile 1806 in cui vennero avocati tutti i beni delle scuole e delle corporazioni. Data la splendida posizione, essa fu presto venduta dal demanio e demolita realizzando al suo posto una casa di abitazione”. Craller infatti testimonia che “la bella chiesa in capo di Tiera nel 1835 era stata già demolita”, Quanto alle opere d’arte i due autori ricordavano che la chiesa di San Giuseppe aveva una grande facciata che si poteva ammirare bene da tutto il Campitello e che “il 26 settembre si arricchì di una bella statua del Santo, in pietra, unica opera di valore lasciata a Belluno dallo scultore agordino Giovanni Melchiori (1696-1778). All’interno, 14 genuflessori nella navata e tutt’intorno, lungo il muro, bancali e schienali in noce rilevati di un gradino; c’erano tre altari con opere d’arte di grande valore. L’altar maggiore, intitolato a San Giuseppe, in una pala di legno dorato, aveva una bellissima tela con l’ “Adorazione dei pastori” attribuita a Francesco Vecellio e finita ora nel Museo delle Belle Arti di Houston in Texas; gli altri due altari avevano due pale di legno, uguali, parte dorate e parte laccate (“bianche striate d’oro”). Quello di sinistra, dedicato a San Nicolò di Tolentino; quello laterale di destra intitolato a San Giorgio aveva una tela di Jacopo Palma il Giovane (1544-1628) raffigurante appunto San Giorgio. Nella Cappella della Beata Vergine della Consolazione, costruita nel 1665 un altare staccato dal muro, con pala dorata al centro, dentro un cristallo, la statua della Madonna che ogni terza domenica si portava in processione attorno al Campitello dopo un vesprt; ai lati due statur in “legno figurato” di Sant’Agostino e Santa Monica. In un nicchio di legno un bellissimo Crocifisso del Brustolon donato “alla devota Confraternita di San Giuseppe” ed un altro crocifisso di legno nella cappella dell’altar maggiore che serviva per le processioni della Confraternita.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Mario Dal Mas ed Attilio Giacobbi “Chiese scomparse di Belluno”): interpretazione di Piazza Campitello della metà del secolo XVI; incisione prospettica della città di Belluno opera di F. Monaco con particolari della chiesa di San Giuseppe sulla Piazza Campitello e della strada per Lambioi; pianta e sezione della chiesa nella ricostruzione desunta dalla descrizione del verbale della visita Rota del 1723; Piazza Campitello con la chiesa di San Giuseppe, da un quadro del Museo civico di Belluno; e da un acquarello di Osvaldo Monti del 1880; il Crocifisso di Andrea Brustolon donato dall’artista alla sua Scola di San Giuseppe e conservato “vicino alla cappella della Beata Vergine “in un nicchio di legno, coperto di cristallo, alto circa 130 centimetri che fu posto dapprima nelle aule del Tribunale austriaco e oggi si conserva, senza la croce, nel Museo civico bellunese.