di RENATO BONA
Davvero interessante ed utile l’iniziativa portata avanti a livello nazionale dal sito “mondimedievali.net” di catalogare castelli, fortezze, rocche, torri, borghi, edifici fortificati e “palazzi del potere” con una apprezata iniziativa culturale e didattica a cura del prof. Raffaele Licinio, ordinario di storia medievale nella facoltà di lettere dell’Università di Bari (editore e webmaster Gianluca Lovreglio). Con 28, per ora, “pezzi pregiati”, la provincia di Belluno occupa il sesto posto nella graduatoria veneta, davanti a Rovigo 18 e preceduta da: Verona 54,Padova 46,Venezia 37, Vicenza 34, Treviso 30. Per quanto riguarda in particolare il capoluogo, oggi ci occupiamo delle Porte Dojona e Rugo; della Torre Civica e dei resti del Torrione. PORTA DOJONA – si può leggere – prende il nome dal vicino torrione (Dojon) con cui costituiva un complesso fortificato, già sede vescovile, all’angolo nord orientale delle antiche mura. L’arco interno venne innalzato nel 1289 da Vecello da Cusighe per il vescovo-conte Adalgerio da Vili alta: tale intervento, all’interno del rifacimento generale della cortina muraria resosi necessario dopo il tramonto del dominio di Ezzelino da Romano, è testimoniato da una lastra in pietra, murata al di sopra dell’arco, che presenta la più antica riproduzione dello stemma cittadino”. Quanto al raddoppio rinascimentale, risulta essere opera di Niccolò Tagliapietra e venne realizzato nel 1553. La copertura di collegamento tra la nuova e la vecchia porta fu decisa ed attuata nel 1622 e, almeno secondo tradizione, i battenti in legno originali sono ancora quelli rifatti dopo l’assedio imperiale del 1509. Il leone veneziano originale venne scalpellato dai Giacobini nel maggio del 1797. AI suo posto venne inserito alla fine dell’800 l’esemplare quattrocentesco che originariamente campeggiava sopra il primo arco e che era rimasto inglobato dalla copertura seicentesca, che lo aveva fortunosamente sottratto alla vista degli scalpellatori napoleonici. In chiusura viene ricordato che “La porta è stata oggetto di un recentissimo, accurato restauro”. I dati contenuti nel sito “mondimedievali.net” sono stati tratti da: “ufficiodelturismo.it”. PORTA RUGO (dati che sono stati ripresi da: “webdolomiti.net/belluno”). Dalla via Torricelle (il nome deriva dalle torri e camminamenti che esistevano nelle possenti mura che circondavano la Porta Sud della città) si giunge a Porta Rugo, che si attraversa passando sotto l’arco ogivale e l’area aperta verso l’alto, caratteristiche queste di tutte le porte medioevali, per osservarne la struttura da sud, fuori le mura”. Era ed è questa la porta che conduceva a Borgo Piave e Borgo Prà e rappresentava la parte meridionale delle strutture murarie della città, costruite dopo il terremoto del 1348. Col passare dei secoli “è stata danneggiata e in parte ricostruita con forme architettoniche proprie dell’epoca dei rifacimenti. Nel 1622 è stata ristrutturata, ridisegnandone la facciata dell’ingresso sud con stile seicentesco: doppie lesene verticali e timpano spezzato, mentre sono rimaste le pietre di arenaria di epoca medioevale”. Sulla destra vi è un edificio costruito con gli stessi materiali usati per la Porta, ciò fa pensare che si tratti di una delle torri di cui era circondata questa parte della città. Ricordiamo il dipinto di Domenico Falce (1619-1697) “Veduta di Belluno nel 1690” perché nell’opera sono ben visibili le antiche mura settentrionali e quelle meridionali intervallate da una serie di piccole torri, equidistanti secondo una misura determinata dal tiro delle balestre e archibugi. Ed eccoci a quel che resta del TORRIONE, precisando che: “Dell’antico castello Doglione rimane oggi un unico vestigio, nel massiccio torrione rotondo che – lo scriveva il prof. Bartolomeo Zanenga – nascosto dietro case di nuova costruzione o rimodernate, al di là di un cancello di ferro, è oggi proprietà privata” (famiglia Tison)”. Un tempo la contrada era detta della “Motta”, il nome della porta del castello e, in tempi più recenti, dopo la costruzione della chiesa delle Anime Purganti (da parte della Confraternita di San Giorgio), “piazza dell’Anima”. Raggiunta Piazza Mazzini, si osserva sulla sinistra il cancello di accesso al cortile del Torrione. Da quassù, è possibile vedere il vecchio quartiere di Borgo Pra dall’alto, affacciandosi dal muretto del cortile, così come il Quartiere Ardo, sulla sinistra. Il Torrione fu costruito probabilmente sulle rovine di un fortino romano, ma già nel Cinquecento era nelle condizioni pressoché attuali. Nel X secolo al suo posto vi era un Castello detto Dollone e poi Doglion. È quindi uno dei più significativi monumenti storici della città. Salendovi si può osservare non solo un bellissimo panorama, ma anche le finestrelle strombate utilizzate dai balestrieri per difendere la città. Scendendo si può accedere al camminamento esterno dell’antico torrione, tramite una gradinata da dove “sono ben osservabili la grandezza dell’opera difensiva, lo spessore delle mura e…le edere di cui esso è vittima” (sito “webdolomiti.net/belluno”). Concludiamo con la TORRE CIVICA, Auditorium (notizie attinte dal sito “www.bellunohotel.it): “Anticamente palazzo fortificato sede dei vescovi-conti, secondo la tradizione l’Auditorium venne eretto (o più probabilmente ampliato e rafforzato) alla fine del XII secolo dal vescovo Gerardo de Taccoli, morto nel 1196 combattendo in battaglia contro i Trevigiani. La torre civica regge la campana al cui suono, dal 1403, si riuniva il Maggior Consiglio cittadino”. Si ricorda quindi che una torre gemella, sull’angolo verso il Duomo, venne abbattuta nel 1516 per allargare la piazza di fronte al Duomo ma anticamente doveva essercene una terza, centrale, come mostra chiaramente l’antico sigillo vescovile che riproduceva proprio questo edificio”. Ancora: “Più volte rimaneggiato, il portale ed alcuni elementi dei finestroni superiori risalgono alla ristrutturazione attuata dal vescovo Giulio Berlendis nel XVII secolo. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1873, subì un totale rimaneggiamento interno curato dall’ing. Giorgio Pagani-Cesa, cui si sommarono gli interventi sulla facciata seguiti al nuovo sisma del 1936. Già sede del Tribunale, ora è adibito ad Auditorium comunale”. NELLE FOTO: due vedute di Porta Dojona; altrettante di Porta Rugo; due dedicate ai resti del Torrione e due anche per la Torre Civica-Auditorium.