BELLUNO Dopo numerose tappe, si conclude qui, a Cortina d’Ampezzo, il nostro “viaggio” in ambito provinciale per ammirare “Belluno e provincia nelle vecchie cartoline”, che è anche il titolo dell’ottimo volume che, ad iniziativa del Lions club bellunese, gli storici Giovanni Fabbiani e Giuseppe Sorge hanno curato con Canova Editore (Stampa officine grafiche Longo & Zoppelli di Treviso) nel dicembre 1975, scegliendo e commentando 157 vecchie cartoline realizzate da: Pompeo Breveglieri ed il fratello Abdon (quasi tutte le immagini bellunesi), Burloni, Cavinato, Fracchia, Bortolon, De Cian, Delaito, Castaldi, Giacinto Ghedina (“pioniere della prima industria italiana della cartolina”), Zardini. Non possiamo non ricordare che nella presentazione del loro importante ed apprezzato lavoro Fabbiani-Sorge scrivono fra l’altro: “…Dobbiamo soprattutto ai bellunesi se questa storia è stata scritta e rappresentata. Sono stati loro soltanto i protagonisti, anche se non li vediamo, al di là dell’occhio fotografico… gente forte e coraggiosa, non fatta per gli inutili ardimenti, ma per l’eroismo quieto e sommesso della gente della vita di ogni giorno. Così ci appaiono in queste immagini”, aggiungendo: “Oggi tante visioni di questa storia si sono, talvolta, profondamente modificate e non sempre per il meglio. I paesi, le strade, il paesaggio, la stessa gente, le persone sono, a volte, radicalmente cambiate. Per questo il libro che nasce come testimonianza di affetto verso la nostra terra, servirà anche a misurare le distanze che abbiamo percorso nel tempo, i traguardi che abbiano raggiunto, che ha raggiunto la nostra gente. I desideri ed i sogni che ancora restano nel cassetto”. Ed eccoci alla seconda frazione della conclusiva “tappa cortinese”. La prima vecchia cartolina proposta ha per titolo: “Cortina – Il centro” e questa didascalia: “Il centro di Cortina d’Ampezzo col bel campanile eretto nel 1858, com’era nel 1910. A sinistra l’Albergo Croce Bianca dei fratelli Verzi”. Per lo scatto successivo i due autori hanno scelto il titolo: “Servizio automobilistico Belluno-Cortina” affiancandolo a questa dicitura: “A destra l’albergo Vittoria della famiglia Girardi, davanti l’autocorriera Marcon che dal 1910 collegava Belluno col Cadore e passava il confine di Aquabona per giungere fino a Cortina. In alto gli Alberghi Faloria e Miramonti: i maggiori alberghi d’allora nella zona”. “L’Hotel Concordia” è il titolo della terza vecchia cartolina che ha questa descrizione: “Un caratteristico vecchio albergo di Cortina, Bella la veranda in legno per consentire agli ospiti di mangiare all’aperto. Davanti l’albergo una carrozzella e più oltre due donne che passeggiano con l’ombrellino seguite da un ragazzo”. Tocca ora al titolo: “Donne in montagna”, con dicitura: “La montagna è accessibile a tutti, anche al gentil sesso. C’è però modo e modo come mostra questa cartolina che raffigura una alpinista che compie una singolare escursione nel territorio ampezzano. La segue, a piedi coll’ombrellino, il marito. Anno 1905”. Tocca alla cartolina intitolata: “L’Osteria al Parco” la cui didascalia spiega: “L’Osteria al Parco, col sottotitolo Weinstube, poi Albergo San Marco, nel 1912 quando, finalmente, si arrivava davanti la bella Strada delle Dolomiti. In alto la Rocchetta, il Becco di Mezzodì e la Croda da Lago”. Segue quella col titolo: “Cortina – Lacedel” e dicitura: “Accanto alle antiche case, bene esposte al sole di mezzogiorno, le ‘arfe’ (altrove dette ‘faèr’ o ‘favài’) ove si appendevano le piante di fava per l’essicazione ed essere poi macinate per fare la polenta di fave o per la minestra di fave. Ora la fava è quasi scomparsa e sulle ‘arfe’ se ne appende assai poca; gran parte delle ‘arfe’ è scomparsa o è fatiscente. Dietro le belle case le Tre Tofane”. Arriviamo al traguardo finale con la vecchia cartolina dal titolo: “Il Landò”, per la quale Giovanni Fabbiani e Giuseppe Sorge scrivono a quattro mani: “Non c’erano solo le macchine per le gite o le escursioni, ma ci si serviva anche di altri mezzi. Ad esempio il landò, qui raffigurato sulla via di Cortina nel 1908. A sinistra il Col Rosà e a destra il Pomagagnon”.