Ciao Don, non avrei mai pensato di salutarti così, dopo la tua partenza repentina e del tutto inaspettata. Però non voglio soltanto salutarti ma anche e soprattutto ricordarti. Io ti ho conosciuto quando eri arrivato ad Arabba come parroco, un parroco speciale per tutte le cose, oltre alle funzioni religiose che avevano comunque un sapore inconfondibile, ma per l’impegno tuo verso i giovani. Negli incontri del martedì ci proponevi delle riflessioni e iniziative interessanti e impegnative ma che tu sapevi rendere accessibili a tutti. Però la tua più grande sfida a Fodom è stata senz’altro la costituzione della coop. Edilizia Villa Roma, con la quale sei partito dicendo: “Proviamo, forse ce la facciamo!”. La tua competenza e caparbietà hanno fatto centro e così la Cooperativa con gli anni è divenuta una realtà importante per Livinallongo ed ha fatto capire a tutti che è possibile andare, e quindi operare, in una certa direzione. Dopo alcuni anni hai lasciato a me l’incarico di presidente. Ho accettato con non poche perplessità e incertezze ma con la consapevolezza di potermi fidare di te, perché sapevo che in ogni momento avrei potuto contare sui tuoi consigli, che ho chiesto tantissime volte e che tu mi hai sempre “donato” con competenza e puntualità. Caro Don Gabriele, a Fodom tu hai lasciato un ricordo indelebile in tutti, ma soprattutto in me: mi sei sempre stato vicino nei momenti non tanto belli della mia vita ma anche nei momenti di gioia e allegria; mi hai insegnato a voler bene alla mia terra e alla mia gente e ho capito che vale la pena impegnarsi per far sì che in qualche modo anche altri riescano a capire che il voler bene al proprio paese e alle persone che ci circondano è un valore irrinunciabile. Sono sicuro che anche tu Don hai sempre voluto bene alla gente e ai luoghi dove hai prestato servizio, compreso l’ultimo tuo incarico. Dovevo incontrarti per vari motivi, e tu lo sai, ma per la situazione attuale (covid) non ci siamo più visti e questo mi dispiace tanto ma sono sicuro che anche da lassù saprai darmi dei buoni consigli. Vorrei concludere con le parole che tu hai scritto un mese fa alla mia famiglia in occasione di una circostanza triste: “Siamo tutti appesi ad un filo. Possiamo vivere la paura che il filo si rompa oppure la gioia di essere appesi e quindi sostenuti. Io non voglio aspettare di non morire voglio vivere l’attesa della morte che è un incontro che desidero anche se non è facile crederlo con continuità, gioia e intensità”
Diotelpaie Don Gabriele!
Damiano