DI FABIO CAPELLETTI
TAIBON Ho seguito la vicenda del laghetto delle Peschiere un po’ a “spizzichi e bocconi”… a quanto pare i lavori sono partiti con il taglio delle piante! questo progetto mi fa venire in mente la centralina idroelettrica in valle del Mis che ha ottenuto parere positivo in Regione all’interno del territorio Parco, e che adesso dopo sentenze che davano ragione a coloro che dicevano che l’opera non poteva essere realizzata, il tribunale ha ordinato il ripristino dei luoghi. Sappiamo benissimo che luoghi dove la natura impiega millenni a formarli non saranno mai più ripristinati. Il caso delle Peschiere è ancora recuperabile, l’unico modo è di scavalcare la Regione, visto che il progetto lo ha autorizzato dando parere favorevole agli impatti ambientali. Unico modo di bloccare i lavori è che diventi un caso nazionale e lo può diventare. Serve la stampa, quella scomoda tipo striscia o le iene, e serve che intervenga la magistratura, e deve farlo, in quanto c’è una segnalazione. Bisogna chiamare in causa la segreteria Dolomiti UNESCO ed i vertici del turismo Regione Veneto. Se il sindaco di Taibon non è in grado di fermare il progetto, bisogna farlo in altro modo, se quei soldi fossero spesi per una sistemazione ambientale, e per comunicare la bellezza dei molteplici luoghi dolomitici, la ricaduta economica sarebbe su un sistema economico locale, e non sul nulla come in programma. Questo è un ennesimo intervento che non porta economia, perché dopo averlo realizzato un progetto simile, poi bisogna farlo funzionare, ma nel progetto è esplicitato un busines plan dell’opera… dove è chi ha fornito i dati relativi ad un turismo di questo tipo che approda presso la comunità di Taibon? Oggi il turista che potenzialmente potrebbe arrivare a Taibon, è quello che vuole sedersi su un tronco, pulito, ma su un tronco.