Fumata nera nel confronto di ieri, le parole ricorrenti sono chiusura e acquisizione. Lo racconta Dario Bond ieri presente ad un incontro difficile. Situazioni mai chiarite per uno stabimento che pur lavorando ha una spada di Damocle sulla testa che si chiama chiusura.
DARIO BOND
Bruno Deola dello staff di segreteria della Cisl Belluno Treviso presente all’incontro su Wanbao di oggi pomeriggio al Mise
il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà dichiara quanto segue:
“Sono profondamente deluso: ero convinto che avremmo trovato una soluzione diversa, invece rischiamo di uscire perdenti da una sfida in cui tutti abbiamo creduto, fin da quando è iniziata nel 2014. Penso che i vertici aziendali della Wanbao stiano perdendo la credibilità di fronte al Paese intero. Il settore non è morto: ci sono delle potenzialità in cui oggi noi crediamo, la dirigenza dell’azienda deve farsi carico di ogni iniziativa per la corretta risoluzione della crisi. Quello che sta succedendo non è tollerato dal nostro Governo”. Secondo il Ministro D’Incà, ci sono due passaggi fondamentali da mettere in pratica: “Il primo è quello di inserire, oltre alla PWC, anche il commissario straordinario Maurizio Castro all’interno dei consulenti Wanbao che stanno cercando un nuovo acquirente per l’impianto di Mel. Castro ha dato già nel passato ampia dimostrazione di capacità nel trovare investitori e le soluzioni. Il secondo è quello legato al tempo: non bastano sei mesi. Sono trattative lunghe e difficili”. “Ci vogliono almeno 18 mesi – prosegue D’Incà – come spazio temporale per mettere in sicurezza l’impianto, per trovare una soluzione alla problematica attraverso un nuovo acquirente. L’ho ripetuto più volte alla dirigenza e continuerò a farlo in ogni luogo di discussione”.