BORGO VALBELLUNA La FIM CISL vuole chiarezza su ACC. A chiderla Mauro Zulian e Alessio Lovisotto rispettivamente RSU e Segretario Generale della FIM Belluno-Treviso
Martedì 22 giugno si è svolto l’annunciato tavolo tecnico nella sede di Veneto Lavoro a Mestre su richiesta del sindacato e del Commissario Maurizio Castro per affrontare alcuni punti riguardanti la fragile situazione economica dello stabilimento Acc di Mel, ancora in attesa di una risposta definitiva del Governo. Nel mese di luglio si raccoglierà il lavoro fatto in queste settimane dal presidente Zaia e dall’assessore Donazzan nei confronti di clienti e fornitori. Risultato concreto che ha consentito di recuperare la finanza necessaria per alimentare le linee produttive. I volumi importanti soddisfano in parte il fabbisogno dei maggiori clienti e, con il disappunto di alcuni, garantiscono la continuità aziendale per i mesi a venire. Tuttavia le risorse ottenute non consentono di recuperare il materiale necessario per una piena saturazione degli impianti, come le copiose commesse richiederebbero. È necessario dunque calmierare la produzione con alcune giornate di Cassa integrazione straordinaria, sulla quale la Fim Cisl ha già manifestato alcune preoccupazioni, in particolare il fatto che il tempo necessario per l’autorizzazione ministeriale potrebbe lasciare i dipendenti senza integrazione economica per un lungo periodo. L’Unità di Crisi di Veneto Lavoro si è proposta di monitorare l’iter per la concessione della CIGS, in modo da valutare opportunamente se il tempo effettivo per la sua definizione sia compatibile con la necessità di garantire la continuità di reddito ai lavoratori. Nessuna notizia riguardo all’articolo 37. È utile ricordare che, per mantenere la produzione attuale e quella futura, i dipendenti non percepiscono per intero la retribuzione per le giornate di effettivo lavoro, ma anche che da più parti è arrivata ai lavoratori la sicurezza di una rapida soluzione. Utile anche ricordare che Wanbao-ACC in amministrazione straordinaria si era proposta sul mercato con un progetto industriale. Un progetto, quest’ultimo, che ora non c’è più. La Fim Cisl ritiene necessario riportare chiarezza e serietà nella vertenza. Primo: quando verrà pubblicato il decreto attuativo? Questo chiarirà ai lavoratori per quanto tempo ancora dovranno finanziare il loro datore di lavoro. Secondo: quali sono i contenuti del decreto? Questo determinerà la misura dell’intervento e di conseguenza la serietà e l’impegno del Governo nel risolvere il tavolo di crisi. Riportare gli attori ad una concreta coerenza tra parole e fatti si traduce in una più chiara e limpida offerta a possibili investitori, che pretendono trasparenza e stabilità nelle operazioni economiche in cui si impegnano. La prova di resilienza delle lavoratrici e dei lavoratori che nonostante tutto e tutti continuano a mantenere viva la produzione non è a costo zero per coloro che hanno la responsabilità istituzionale sul futuro dello stabilimento. Più aumenta l’impegno e il sacrificio dei dipendenti, più aumenta la responsabilità del MISE nel ricercare una soluzione che soddisfi le ambizioni e le speranze delle maestranze. Quali sono le giuste soluzioni? Quali sono le decisioni corrette? Rispetto a quali fini e a quali progetti?. L’azienda oggi si regge esclusivamente sulla volontà dei lavoratori di tenere aperto: senza nessun orizzonte, senza nessuna prospettiva per il futuro. Prima che la strada percorsa si trasformi in un vicolo cieco e la dedizione dei dipendenti in rabbia è utile che il Governo faccia sentire la sua voce ricordando che ACC non molla nè ora ne domani
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