Controllo e risorse certe a Belluno
Emendamento del PD toglie alla Regione i poteri discriminanti
ROMA Certezza per i territori delle risorse economiche derivanti dallo sfruttamento dell’acqua, maggiore controllo da parte degli enti locali e aumento dei canoni disponibili per i Comuni al momento del rinnovo delle concessioni. «Dovesse essere approvato il nostro emendamento alla conversione del decreto legge ‘Cura Italia’, per il Bellunese sarebbe una svolta». Il deputato bellunese Roger De Menech sottolinea che il provvedimento sarebbe «il compimento di 25 anni di battaglie per il controllo dell’acqua che finora hanno visto contrapposti le ragioni degli abitanti e dei comuni bellunesi a quelli della Regione dove a fare la voce grossa sono gli interessi della pianura». Alle Province montane, si legge nell’emendamento presentato dal Partito democratico deve essere in ogni caso riversata da parte delle rispettive Regioni una quota, da stabilirsi con legge regionale, non inferiore all’ottanta per cento dell’ammontare complessivo dei canoni demaniali percepiti per le concessioni di grande derivazione idroelettrica ubicate nelle predette Province montane. Questo punto, inserito al comma 6 dell’emendamento, «pone fine alle controversie aperte da anni con la Regione Veneto. In sintesi, i piani energetici vengono fatti a livello nazionale, le Regioni fanno le gare per assegnare le concessioni, ma i ristori economici e il controllo sono in parte preponderante a beneficio dei territori in cui sono installati gli impianti, ovvero le centrali idroelettriche». Con questo emendamento, conclude De Menech, «si riconosce a livello nazionale la specificità delle province interamente montane, in particolare Belluno quale principale produttore nazionale di energia idroelettrica».
Emendamento PD per riportare proprietà concessioni idroelettriche in capo allo Stato. Bottacin: “iniziativa vergognosa e ipocrita”
VENEZIA “Abominevole la proposta che il Pd, in queste ore e sotto traccia, sta cercando di far passare in Parlamento”. Non usa mezzi termini l’assessore alla Difesa del Suolo Gianpaolo Bottacin per descrivere la proposta in discussione alla Camera relativa all’emendamento avanzato nel Salva Italia da Del Rio e altri parlamentari che riapre il tema delle concessioni idroelettriche. “Il rischio concreto è di martoriare per l’ennesima volta i territori facendo un regalo ai concessionari – spiega l’assessore -. Qui si vuole cancellare la svolta storica, ottenuta nel 2019 su iniziativa dell’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, con la modifica del decreto legislativo. “Per dare concreta applicazione a quella legge e declinarne gli effetti pratici sul territorio, come Giunta regionale abbiamo già approvato un disegno di legge in materia, che ora è al vaglio del Consiglio e che dovrebbe diventare legge regionale entro la fine di questa legislatura. Con lo scellerato emendamento piddino si vorrebbero invece prorogare di dieci anni le concessioni già scadute agli attuali concessionari e riportare in mano allo stato la proprietà delle centrali, come era fino al 2018, anziché agli enti territoriali come l’attuale normativa invece prevede”. Per il welfare territoriale, per le province e i cittadini veneti, significherebbe molti milioni di euro in meno che, ancora una volta, sarebbero lasciati allo stato centrale.