di Renato Bona
La conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico sono intimamente connessi alla sua duratura conservazione”. Si conclude con questa condivisibile affermazione la presentazione, a cura dell’allora presidente Sergio Reolon e dell’assessora alla cultura di Palazzo Piloni, Claudia Bettiol, del libro-guida curato da Emanuela Rollandini nel dicembre del 2007 (stampa Grafiche Antiga di Crocetta del Montello) per l’Amministrazione provinciale: “La pittura dell’Ottocento nel Bellunese”, che propone sei itinerari allo scopo di “accompagnare il visitatore all’interno di musei, ville, palazzi e chiese, per conoscere un patrimonio straordinario, talvolta relegato a contesti periferici e inaspettati tali da offrire al nostro sguardo vere e proprie scoperte”. La scelta di soffermarsi sugli artisti maggiormente rappresentativi – spiegavano Reolon-Bettiol – riesce a dare conto della ricchezza e della varietà delle proposte, sia nell’ambito sacro, sia un quello profano, attraverso una proposta di visita che si snoda attraverso sei itinerari, ognuno strutturato per essere percorso nell’arco di una giornata”. Ed oggi tocca al terzo itinerario, quello riservato totalmente ad Agordo ma con un riferimento a Gosaldo. Che, inevitabilmente, si apre con la Chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente a proposito della quale la Rollandini richiama Giovanni Battista Zannini il quale, nel 1852, introducendo il suo scritto sul nuovo edificio sacro descriveva come segue il luogo ad un ipotetico visitatore: “ecco distendersi, inaspettato ai tuoi occhi, in largo e colto piano, che incoronato di moti verdi e boscati ne’ fianchi e irti alle vette, e sparso di campi, di prati, di ville, ti presenta nel mezzo la ridente Borgata di Agordo, notevole per buoni fabbricati e pella grande piazza e notabilissima pella chiesa che novellamente vi si ammira”. Realizzato su progetto del feltrino Giuseppe Segusini “al quale si deve anche la geniale regia che ha conferito alla chiesa una non comune armonia stilistica fra architettura, arredi, apparato scultoreo e pittorico” l’edificio sacro appena completato presenta sulla facciata sculture di Marco Casagrande e dipinti di Giovanni De Min (che aveva già collaborato con Segusini per Villa Gera di Conegliano e Palazzo Berton di Feltre). Vanno affiancati a queste “firme” i lavori degli scultori Giambattista e Valentino Panciera Besarel che su disegno di De Min realizzano i “Profeti” per il candelabro del cero pasquale, gli angeli reggilampada e quattro Profeti (ora nella sagrestia); di Giambattista gli angeli porta corona, di Valentino la famosa Madonna del Rosario del 1869. Da ricordare infine che il busto-ritratto di Luigi de Manzoni, promotore con gli arcidiaconi Vincenzo Pilonet e Alessandro Fullini, del rinnovo dell’edificio sacro, è opera di Luigi Ferrari, fra i più affermati scultori veneti dell’epoca. Segue una sintetica illustrazione delle opere e dei loro autori: Giorgio De Min (Belluno 1786-Tarzo, Treviso 1859) con: “Ingresso di Cristo in Gerusalemme”, “Cristo che accoglie i bambini”, “Battesimo di Cristo”, Madonna della “Misericordia”, “Evangelisti”, affresco del 1850; Michelangelo Grigoletti (Roraigrande, Pordenone1801-1870): “Santa Lucia”, olio su tela; Lattanzio Querena (Clusone, Bergamo 1768-Venezia 1853): “Santa Barbara” (copia da Palma il Vecchio), olio su tela. A questo punto non possiamo non riportare quanto Emanuela Rollandini ha scritto a proposito di De Min e Segusini: “… La pittura storica trova proprio in Giovanni De Min uno dei suoi massimi interpreti. Sia nel palazzo Municipale di Belluno che in palazzo Berton a Feltre. In entrambe le occasioni il pittore si trova ad operare all’interno di edifici che si devono all’intervento di Giuseppe Segusini. Alla luce della costante collaborazione e amicizia con l’architetto feltrino vanno letti anche gli interventi del pittore nelle chiese di Agordo, di Villapiccola, di San Lucano ad Auronzo e di Dosoledo, in un ‘tour del force’ capace di riportare in vita la grande decorazione di affresco, purtroppo progressivamente relegata a contesti sempre più periferici. Gli esiti di questo fervore edilizio, seguito dagli interventi pittorici di un artista di gran fama, non mancano di suscitare interesse e ammirazione diffusi…”. Lasciata l’arcidiaconale restiamo ad Agordo e siamo a Villa Crotta de’ Manzoni (non visitabile) dove Pietro Paoletti (Belluno 1801-1847) ha creato: “Ratto di Doralice”, “Duello fra Ruggero e Rodomonte”, “Zefiro e Flora”, “Allegorie dei quattro Elementi”, “Allegorie del disegno e della pittura”, affresco del 1826. In chiusura di capitolo l’autrice doverosamente precisa che “Lungo questo itinerario si segnala anche la pala dipinta da Liberale Cozza nel 1818 per la Chiesa della Beata Vergine Addolorata di Gosaldo con i santi Andrea e Lorenzo davanti al Santissimo Sacramento”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida “La pittura dell’Ottocento nel Bellunese. Itinerari” edito dalla Provincia): panoramica dell’arcidiaconale di Agordo; “Madonna della Misericordia”; “Cristo accoglie i fanciulli”, pure del bellunese Giovanni De Min; la “Santa Lucia” di Michelangelo Grigoletti; “Santa Barbara” opera di Lattanzio Querena; facciata dell’agordina Villa Crotta-de’ Manzoni; “Ratto di Doralice” e “Duello fra Ruggero e Rodomonte” del bellunese Pietro Paoletti.
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