di GIANNI SANTOMASO
AGORDO Merita di essere segnalato l’ennesimo esempio di sensibilità solidale che contraddistingue gli alpini. È il caso del gruppo penne nere di Agordo Taibon Rivamonte, guidato dal colonnello Giovanni Da Pra, che, con la collaborazione tecnica della ditta Garavana di Agordo, ha provveduto alla manutenzione e al completo ripristino della tomba del tenente Luigi Schenardi, medaglia d’argento, caduto nella prima guerra mondiale sul fronte del passo San Pellegrino, e tumulato nel cimitero di Agordo. «Il gruppo alpini», ha detto Da Pra, «ha ritenuto doveroso rendere omaggio a chi ha sacrificato tutto per darci la libertà di cui godiamo, cercando di dare un esempio positivo anche alla collettività agordina». Va ricordato che anche in precedenza la tomba del tenente Schenardi fu oggetto di cura, in particolare da parte del compianto alpino del gruppo, Giorgio Favero, ma questa volta si è pensato al completo ripristino.
Dall’Archivio Danilo Morell ricaviamo le note biografiche e la vicenda del caduto, nonché le ragioni della sua sepoltura ad Agordo e la motivazione della decorazione al valor militare. “Luigi Schenardi nasce a Viterbo da Raffaele ed Erba Isabella il 4 ottobre 1891. Frequentò le scuole classiche nel Ginnasio e il Liceo di Roma con grandissimo successo. Ammesso all’Accademia militare di Torino ne uscì per la scuola di Applicazione riuscendo tra i primi. Con lo scoppio della prima guerra mondiale parte per il fronte quale tenente del 33° Reggimento Artiglieria da Campagna. Raggiungerà così il fronte dell’Alto Cordevole. La sua batteria entra in azione nel giugno del 1915 in concomitanza con i primi piani di attacco dell’esercito italiano sul fronte dolomitico. Il 12 giugno viene ferito leggermente durante una ricognizione allo scopo di effettuare alcuni rilievi necessari al tiro, ma non abbandona la posizione. La mattina del 14 giugno comincia il fuoco della sua batteria. Si trovava al posto di comando quando una scheggia di granata lo colpì gravemente al collo. Anche questa volta non volle allontanarsi dal pezzo per recarsi al posto di medicazione e si fasciò alla meglio. Dopo tre ore di fuoco ininterrotto una granata austro-ungarica cadde sulla ruota del pezzo investendo in pieno un sergente, un sottotenente e lo stesso Luigi che ricevette schegge ad una coscia e al capo. Venne trasportato all’ospedaletto da campo 073 di Agordo dove subì l’amputazione della gamba. Il 21 giugno 1915 le sue condizioni si aggravarono sempre più fino a che spirò alle ore 12:50. Sul punto di morte riferì le sue ultime parole ad una dama della Croce Rossa: «Dite a mio padre che ho fatto il mio dovere, che non sono morto vicino ai miei cannoni, perché mi hanno portato via contro mia volontà». Gli fu conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria di motu proprio del Re Vittorio Emanuele III. Da quel 21 giugno 1915 riposa nel cimitero comunale di Agordo, secondo il volere del fratello”.
La motivazione della decorazione: “ Ten. Luigi Schenardi, nato il 4 ottobre 1891 a Viterbo, morto il 21 giugno 1915 nell’ospedale da campo 073 di Agordo. Dal 7 all’8 giugno 1915, quale comandante interinale di batteria, postò questa, blindandola, sotto il fuoco nemico, e diresse il tiro con calma e successo, benché il suo osservatorio fosse stato individuato dall’avversario. Il 14 detto, quale comandante di sezione, mentre i proiettili cadevano intorno ai pezzi, solo curando di fare ben coprire i serventi, lasciò se stesso scoperto finché una scheggia lo ferì gravemente (20 giugno 1915)”.
Foto:
AGORDO – Il tenente Luigi Schenardi (1891-1915).
AGORDO – La tomba del tenente Schenardi nel cimitero di Agordo.
AGORDO – Il capo gruppo Da Pra, con alcuni alpini al termine del lavoro di ripristino della tomba Schenardi.