Ieri l’ultimo saluto ad Agordo, visse a Parech di Agordo, dedito alla famiglia ed al lavoro, presso la segheria che condusse per tanti anni.
di Santo e Ivan
AGORDO E’ recentemente mancato Aldo Zasso (Pasa) l’ ultimo reduce di Russia agordino, Classe 1922. Era partito da Gorizia nel settembre 1942 con il 9° reggimento alpini della divisione Julia, Aldo ricopriva l’ incarico di portaordini sciatore della 118a compagnia armi accompagnamento del glorioso battaglione Val Cismon (Div, alpina Julia), che tra gli altri reclutava moltissimi agordini. Dopo il periodo a presidio della riva del Don, Aldo fu trasferito con tutta la Julia a Seleny Jar, nell’ intento di arginare la poderosa offensiva sovietica in mezzo alla steppa. Partecipo’ in prima persona alle disperate azioni difensive del 9° reggimento alpini contro le fanterie ed i furiosi attacchi delle Katiushe sovietiche. Qui, come moltissimi compagni, alla fine di dicembre 1942, riportò un grave congelamento ai piedi. Venne in extremis inviato presso gli ospedali delle retrovie, da cui rientrò in Italia dopo lunghe peripezie, e dove affrontò un lungo periodo ospedaliero. Richiamato nuovamente presso il reggimento, si trovo’ coinvolto negli eventi legati ai fatti dell 8 settembre 1943. Da qui rientro’ a Parech e concluse il suo servizio in qualita’ di assistente dei Vigili del fuoco di Feltre, laddove non manco’ di vedere la ferocia nazista, che senza esitazione bruciava interi villaggi. Persona dal carattere scherzoso e gioviale, si professo’ da sempre fermo antimilitarista, schivo e riservato nel rammentare i fatti d’ arme, alla stregua di tanti altri reduci che vissero la medesima tragedia. Riluttante a partecipare alle varie commemorazioni ed incontri tra reduci, negli ultimi anni aveva confidato la propria terribile esperienza in Russia a coloro che manifestavano interesse. Memorie toccanti, espresse con lucida dovizia di particolari, dove venivano ricordati i tanti compagni, anche agordini, rimasti per sempre nella steppa, sottolineando la tragedia causata da un evento a cui l’esercito italiano non era assolutamente preparato. Ricordi drammatici, lucidi ma a volte conditi da innata ironia e arguzia, ultima testimonianza di una epopea lontana ma indimenticabile della nostra storia. Ciao Aldo ! (S.D.D, I.T.)