SOSPIROLO Tra metafora e realtà gli alunni e gli insegnanti della scuola primaria di Sospirolo hanno dimostrato che, ancora una volta, chi semina raccoglie. L’idea di coltivare l’orto, nata quasi per caso durante lo scorso anno scolastico, ha infatti dato frutti, in tutti i sensi. Quelli concreti hanno fatto bella mostra di sé sui tavoli del mercatino allestito nei locali della scuola negli ultimi giorni di settembre. Eppure, come ben sa il contadino e come avevano messo in conto insegnanti e ragazzi, i risultati non erano affatto garantiti. “I buoni propositi però non mancavano – spiegano Lisa Argenta e Francesca Dal Piva, le insegnanti dell’Istituto comprensivo di Sedico-Sospirolo responsabili del progetto – e la voglia di mettersi in gioco e di far vivere ai bambini un’esperienza “didatticamente” alternativa hanno avuto la meglio sulle iniziali perplessità. Inoltre, da parte di grandi e piccoli, c’era il desiderio di evadere dai confini angusti di un’aula per respirare l’aria aperta e riscoprire il contatto primitivo con la natura e con la terra in particolare”. A quel punto le insegnanti hanno chiesto la collaborazione dei nonni dei bambini che, carichi di attrezzi e di esperienza, hanno accolto volentieri l’invito. Così, a pochi metri dalla scuola, in un punto ben esposto al sole, si è riscoperta l’area da coltivare. “L’orto – dicono Argenta e Dal Piva – reduce da anni di abbandono, reclamava il suo aspetto originario e così, anche con l’intervento di moderni mezzi meccanici, è stato dapprima ripulito dalle fastidiose erbe infestanti e poi debitamente concimato. Trascorso il lungo riposo invernale, l’attività è ripresa in primavera con rinnovato vigore: dopo confronti, suggerimenti e proficue discussioni, è finalmente iniziata la semina e la messa a dimora delle piantine”. Un po’ alla volta l’orto si è arricchito di alcune varietà di verdure e del profumo delle piante aromatiche. “Ciò che facevano, con relativa disinvoltura, le mani esperte dei nonni – prosegue Argenta – veniva imitato, a volte in modo maldestro, da quelle incerte dei bambini. Qualcuno guardava incuriosito, qualcuno faticava a nascondere lo stupore, qualcuno, superata l’iniziale riluttanza, tentava di fare del proprio meglio”. All’orto i bambini hanno offerto attenzioni costanti, innaffiandolo, ripulendolo dall’erba e da eventuali animali poco graditi. Hanno insomma fatto esperienza del “prendersi cura”. “Ci piace credere – concludono le insegnanti – che, al di là dei prodotti concreti che si sono ricavati da questa esperienza, tutti abbiano capito che ogni attività eseguita con serietà ed impegno porta inevitabilmente con sé i suoi frutti o meglio, in questo caso, i suoi ortaggi”.
******