BELLUNO Mattinata dolcissima. Nel viaggio alla scoperta del turismo esperienziale, la Provincia ha fatto tappa da Apidolomiti. Una visita informale del consigliere delegato al turismo che sta continuando il progetto di promozione delle peculiarità del territorio; questa volta a Limana nella sede della cooperativa apistica per conoscere l’apicoltura bellunese e il miele made in Dolomiti, che da qualche anno si avvale anche del riconoscimento Dop. «Una realtà che non conoscevo e che ho trovato affascinante – commenta il consigliere provinciale delegato -. L’apicoltura è un sapere senza tempo che va promosso anche a livello turistico, perché crea paesaggio e consente di conservare e gustare la dolcezza del territorio dentro un vasetto di ottimo miele». Il consigliere provinciale ha visitato il laboratorio di Apidolomiti, una struttura all’avanguardia a servizio degli oltre 700 soci della cooperativa. I produttori di miele associati, infatti, sono per la maggior parte hobbisti e utilizzano la sala di smielatura ricavata all’interno della vecchia latteria di Limana. Sala dotata di deumidificatori appositi e macchinari per estrarre e miscelare il miele, oltre a maturatori in cui il frutto delle api viene lasciato a riposare. «Dotazioni derivanti da investimenti importanti, che contiamo di implementare ulteriormente – ha spiegato il presidente di Apidolomiti, Roberto Piol -. In media nel laboratorio vengono lavorati 100 quintali di miele ogni anno, che arriva dai circa 8-9mila alveari dei nostri soci. Oltre a questo, Apidolomiti compera all’ingrosso tutti i materiali che servono all’apicoltore, in modo da renderli fruibili ai soci al minor costo possibile. E svolge attività di formazione continua e di sportello analisi apistica, in modo da agevolare gli apicoltori nell’assolvimento degli obblighi sanitari. In più, stiamo istituendo l’albo dei produttori certificati, l’albo degli apicoltori professionisti e un albo di assaggiatori esperti, tipo sommelier. Da ultimo, abbiamo creato un marchio unico, in modo da presentarci sul mercato come miele Dop bellunese; in questo senso, i soci possono conferire il loro prodotto alla cooperativa, che poi vende il miele con un’immagine unica, territoriale». Il 2020 è stato un anno abbastanza favorevole per il miele bellunese. «La primavera è stata soleggiata e solo in parte rovinata dalla siccità – ha spiegato Roberto Piol -. Compromessa in parte la produzione dell’acacia, siamo riusciti ad avere una buona resa dal tiglio. Abbondanti invece i millefiori. Per quanto riguarda le produzioni di nicchia, tiene il rododendro e ultimamente abbiamo avuto anche qualche vasetto di miele di edera». Tutta la produzione sarà promossa nella tradizionale Festa del Miele, a Limana, il terzo fine settimana di ottobre (dal 16 al 18), con patrocinio della Provincia. «Sul nostro territorio abbiamo delle realtà importantissime – conclude il consigliere provinciale delegato al turismo -. Apidolomiti è un fiore all’occhiello della provincia, che ha creato sinergie tra gli apicoltori per creare un prodotto di altissima qualità».