Una strenna natalizia che mi sento di suggerire: la seconda edizione (la prima è del 2001 ed è esaurita), stavolta scritta a quattro mani, del libro “Il santuario Maria Immacolata nostra signora di Lourdes. Nevegal-Belluno” opera di don Mario Carlin e don Francesco De Luca, il primo direttore responsabile, fra l’altro, del bollettino del Santuario stesso di cui il secondo è rettore. Le pregevoli 174 pagine sono state stampate dalla bellunese tipografia Piave in occasione del venticinquesimo anniversario dell’apertura al culto dell’edificio sacro realizzato sul colle bellunese per volontà dello scomparso vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Maffeo Ducoli. Il libro conserva la parte relativa all’edificazione del santuario e lo illustra “quasi in una visita guidata! Quindi lo rivede e lo aggiorna con l’inserimento del capitolo di storia che racconta l’accoglienza e la frequenza in questo quarto di secolo che abbiamo alle spalle. Il curatore, Francesco Cassol, ha inoltre aggiunto una parte che scopre ed evidenzia i richiami simbolici posti dall’architetto Abruzzini “per orientare ed illuminare la fede, di cui la sua opera è trasparenza”. Infine le immagini dell’ultimo capitolo: “sono affiancate da testi della Scrittura e da preghiere per aiutare l’itinerario del lettore verso Dio, luminosa meta del pellegrinaggio di ogni uomo, presso cui Maria già vive nella gioia e nella gloria”. Ci sarebbe da scrivere molto su quest’opera di Carlin-De Luca ma per evidenti ragioni di spazio accenniamo in questa occasione al capitolo “ospiti illustri” per ricordare che il 21 luglio 1998, poco prima delle 7, di ritorno a Roma dal soggiorno estivo di Lorenzago di Cadore, il Papa Giovanni Paolo II sorvola il santuario con l’elicottero e lo benedice dall’alto: “Tanta gente si era radunata insieme a mons. Ducoli, con vivo desiderio e in attesa commossa. La figura bianca del papa, benedicente dal finestrino, è stata visibile a tutti. Le mani alzate, lo sventolio dei fazzoletti e delle bandierine, le voci osannanti ‘Viva il Papa’ hanno reso a pieno la gioia e l’entusiasmo del momento”. Ancora: a pochi mesi dall’elezione a sommo pontefice di Benedetto XVI, avvenuta nell’aprile del 2005, domenica 18 ottobre 2004, dopo aver celebrato l’eucarestia nella cattedrale di Belluno, l’allora cardinale Joseph Ratzinger fa visita al santuario con il suo segretario, accolto con gioia e immensa soddisfazione dal rettore e accompagnato da mons. Giorgio Lise”. Altri cardinali saliti sul Colle bellunese: Antonio Innocenti presidente di Ecclesia Dei, Paul Poupard già arcivescovo di Parigi, Jozef Tomko ex Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei vescovi, accompagnato dal neo eletto vescovo della diocesi di Belluno-Feltre Giuseppe Andrich e dal vescovo Ducoli. E proprio a proposito dell’artefice del Santuario mariano, quello che all’epoca era il suo segretario, mons. Giorgio Lise, scrisse, in occasione del novantesimo compleanno del presule: “Non fu semplice amore per l’arte quello che ha guidato mons. Ducoli nella grande impresa di costruire un santuario dedicato a Maria, ma a muoverlo è stato il suo cuore di Pastore e la sua grande devozione a Maria Immacolata. Egli pensava a un luogo che, inserito con delicatezza nell’ambiente montano, invitasse alla meditazione e alla preghiera. Costruire una chiesa materiale non significa perdersi in cose non necessarie, perché la chiesa di pietre è un bene che resta, consegnato alle generazioni future, destinato ad impreziosire per secoli la storia, oltre che il patrimonio spirituale e culturale di una comunità di credenti”
. NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Carlin-De Luca): la copertina del volume; inizio dei lavori e santuario edificato; benedizione e posa della prima pietra il 21 marzo 1992 (alla destra del vescovo Ducoli il segretario Giorgio Lise); una panoramica del Santuario del Nevegal; benedizione dall’elicottero di Papa Giovanni Paolo II; il vescovo Maffeo Ducoli; il progettista Eugenio Abruzzini; il rettore don Francesco De Luca con dal Pietro Dall’Amico; Ducoli unge l’altare con l’olio del crisma per dedicarlo alla celebrazione liturgica; don Mario Carlin, coautore del libro stampato dalla Piave di Belluno.