Il 30 giugno di 24 anni fa, in una soleggiata giornata di inizio estate, ti abbiamo salutato per l’ultima volta caro nonno. Il 27 ci hai lasciato, all’improvviso, mentre la tua Agordo si vestiva a festa per onorare San Piero.
Ricordo la chiesa stracolma di gente, il coro Agordo, il soccorso alpino, le Istituzioni, la commozione di una comunità che si stringeva a ricordare il tuo impegno, la tua persona. Ricordo lacrime trattenute a stento, occhi lucidi, aneddoti e pensieri. Ricordo biglietti da tutta Europa e un abbraccio collettivo a fare compagnia alla nonna, alle nostre mamme, a noi nipoti, soli senza di te. Ventiquattro anni dopo, il 30 giugno, quella stessa vallata si è trovata, con una forza cento, mille volte più forte, a stringersi intorno al suo Imprenditore, al suo simbolo, a chi a quella vallata ha dato molto più che un’occupazione. I ricordi privati, quelli di famiglia, si intrecciano coi ricordi pubblici, a volte incastrandosi perfettamente, a volte allontanandosi con una narrazione privata. Quando entravi a casa lasciavi fuori dalla porta la politica e non ci hai mai raccontato di quando, a capo di una coalizione progressista sei diventato sindaco, vincendo contro la Dc e Del Vecchio. C’era una legge morale superiore, non detta, che vi guidava: il bene del territorio e della vallata e il rispetto reciproco per i cittadini. E quel rispetto non è mai venuto meno. Ho ritrovato le tante foto istituzionali che vi ritraggono assieme, in occasione di inaugurazioni o di cerimonie ufficiali. Ma me ne manca una, la più bella, la più rappresentativa. Quella che vi ritraeva mentre sfalciavate, forse nei dintorni del Vazzoler? Non c’erano l’imprenditore di successo e il sindaco gestore del rifugio, non c’erano la Dc e il Partito socialista, non c’erano l’industriale e l’artigiano, c’erano due persone che, anche sfalciando l’erba, si prendevano cura con passione del proprio territorio. Ve ne siete andati lo stesso giorno, all’ombra di San Piero. Io quella foto nonno la troverò, te la prometto.
Alessandra Fontana, nipote di Armando “Tama” Da Roit
Toni Sirena Alessandra Fontana, spero ti faccia piacere: Tina Merlin intervista Armando da Roit al Vazzoler.
“Guida cordate come un capitano la nave”. Un ritratto speciale del nonno che, come guida alpina, regalava a donne, vecchi, bambini, preti, onorevoli e regnanti (cit.) l’emozione unica di raggiungere una cima. Lo custodiamo gelosamente”. (Alessandra)