di Renato Bona
Fra le “Donne in prima linea” giustamente inserite nel libro che porta questo titolo (Tarantola editore, maggio 2014, stampa e grafica Tipografia Sommavilla), curato dalla bellunese trapiantata a Roma, dott. Milena Caldart, figura giustamente con altre “Testimoni dell’identità femminile veneta. Bellunesi, Vicentine, Trevigiane dall’Annessione al Ventennio” anche Ettorina De Liberali “la ragazza di Borgo Garibaldi” della quale volentieri proponiamo sinteticamente la storia sulla falsariga dell’ottimo lavoro della Caldart. La nostra ha 9 anni quando la sua famiglia trasloca da Perarolo di Cadore e si stabilisce nella via Garibaldi di Belluno. Cesare, il padre, lavora all’hotel Ambasciatori della Capitale e vorrebbe con se la famiglia ma Maria, la moglie, non è assolutamente d’accordo e così lui rientra e cerca una nuova occupazione. Ettorina, la più piccola delle due sorelle e del fratello, ben presto vince la solitudine e trova amiche nella nuova realtà: Vilma, la sorella Valma, Albertina, Dolores, Sandra ed alcuni ragazzi dell’antico borgo artigiano; formano un gruppetto proprio vivace ed è lei la trascinatrice fino a divenirne leader. In quello che diventa il suo “Paradiso” vive infanzia e giovinezza che ricorderà sempre con nostalgia. Ma non solo giochi… La Caldart ricorda che “dimostra subito buone doti scolastiche; tra le sue insegnanti c’è Pierina Boranga, direttrice e poi ispettrice, e l’insegnante Sofia Bianchi. Intanto nel 1929, con i Patti Lateranensi, vine reintrodotto nei programmi scolastici l’insegnamento della religione cattolica, che diviene religione di Stato, Proprio quell’anno, Ettorina completa gli studi classificandosi ai primi posti della classifica di merito. Nel 1931 conclude brillantemente il ciclo di studi elementari superiori e la Boranga invita la famiglia a farla proseguire e la Bianchi va personalmente a casa per convincere i genitori. La condizione della famiglia “non è rosea: padre disoccupato non essendo iscritto al partito fascista e la famiglia riesce a sostenersi solo col lavoro dei tre figli più grandi. Ettorina non resta con le mani in mano e a soli 12 anni si iscrive ad un corso di disegno nelle magistrali di via Garibaldi; frequenta anche la palestra della Gil (gioventù italiana littorio) essendo appassionata di sport, in particolare pallacanestro. Si impegna poi nel canto con la Corale bellunese. Nel 1937, all’età di 18 anni è assunta dalla ditta Chinaglia di Belluno, specializzata in strumenti elettrici di misura e materiale per radiotecnica. Comincia come apprendista di costruzioni elettromeccaniche e intanto partecipa ad un corso di cultura sindacale che le consentirà di conoscere diritti e doveri nel mondo del lavoro. L’azienda prospera e nel 1938 diviene media industria con oltre 120 operai. Ettorina si distingue per la precisione e viene assegnata al nuovo reparto, il più delicato, di micromeccanica. Lei è orgogliosa del nuovo lavoro. Il 29 agosto1940, a vent’anni, sposa Alessandro, un giovane biondo con gli occhi azzurri, alto e magrissimo, capelli ricci. E’ reduce dalla guerra d’Africa e si merita una croce al merito di guerra. Dopo essere stato imprigionato dai tedeschi con l’accusa di collaborazionismo, torna a casa con la liberazione di Belluno il 1. maggio 1945. Il periodo è ancora critico ma lui trova lavoro in Comune e alla fine del 1945 si arruola in polizia. Lei, cerca lavoro da svolgere in casa nel 1952 per la sartoria Angelo Pea di piazza Cesare Battisti. Nel 1990 festeggia le nozze d’oro con Alessandro “che se ne va per primo” e lei continua ad affrontare la vita e le conseguenze di un terzo intervento al cuore! con lo stesso coraggio di sempre. In età avanzata si dedica alla pittura con risultati sorprendenti e – è ancora la Caldart a scriverlo – si iscrive all’Università degli anziani che frequenta con passione ed entusiasmo fino a quando le forze la sorreggono.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Milena Caldart “Donne in prima linea): Ettorina, la ragazza di Borgo Garibaldi; suo padre Cesare a Roma nel 1923; il certificato di studio di Ettorina; eccola, nel 1935, alle Cinque Torri; con le compagne del basket nel 1937; componente anche della Corale Bellunese (marzo 1938); il suo libretto di lavoro; panoramica di Piazza dei Martiri anni ‘30 dove c’era il laboratorio della Chinaglia; le maestranze della ditta, anno 1937; il diploma dopo il corso di cultura sindacale; reparto strumenti di misura elettrica dell’azienda del rag. Dino Chinaglia; il reparto di micromeccanica; il marito di Ettorina, Alessandro, in Abissinia il 29 agosto 1936; anno 1940: spesa in centro; “Scorcio di un vicolo”, tempera su tela di Ettorina, dell’anno 1980.
*****