di Renato Bona
“La ditta Zasio e il servizio di autocorriere nella Sinistra Piave” è il titolo del capitolo che nel libro “Un secolo in corriera nella provincia di Belluno” è stato riservato dagli autori: Renato Fiabane e Lionello Fiori all’attività che fu svolta, ancor prima del 1900, dagli Zasio con carrozze trainate da cavalli , utilizzate sia per il trasporto di persone che per le merci e la corrispondenza postale”. Con sosta che lungo il percorso da Busche a Belluno, era effettuata in corrispondenza dell’abitato di Mel allo scopo di consentire il ristoro dei passeggeri ed effettuare il cambio dei cavalli. La “Zasio Pietro e figli” figurava tra gli iscritti nel registro della Camera di commercio di Belluno fin dal 1929 anno in cui provvide all’acquisto della prima corriera del tipo Spa, chiamata col soprannome “l’americana”. Nel tempo, l’azienda prese il nome di Zasio Carlo e dopo un anno quello di Zasio Livio e proprio quest’ultimo – come si può leggere nel libro curato dalla coppia Fiabane-Fiori per la DolomitiBus (usufruendo del contributo di Provincia e Comune di Belluno, Comune di Sedico, Comitato festeggiamenti Bribano e Circolo Bellunese “Berto Gidoni auto-moto d’epoca”, con stampa nel luglio 2000 a cura della tipografia Piave) avendo raccolto le notizie fornite da Agostino Zasio di Busche e Delfino Grigoletto di Ronchena di Lentiai, per molti anni dipendenti dell’azienda di Busche – dal 1930 e fino all’inizio degli anni ‘40, per far fronte alla crescente domanda, intensificò con più corse giornaliere la linea Busche-Lentiai-Villa di Villa-Mel-Trichiana-Limana-Belluno, rinnovando periodicamente il parco autobus, che comprendeva un OM Taurus 318 con circa 20 posti a sedere, e una Spa alimentata a legna (gasogeno) che peraltro venne distrutta da un caccia nemico sul ponte della Cicogna a Visome, durante la seconda guerra mondiale. Negli anni successivi, grazie anche alla disponibilità degli autisti la ditta (che alla morte di Pietro Zasio vide quale titolare la vedova Maria Brandolisio la quale provvedette all’acquisto di nuovi mezzi e all’assunzione di nuovi conducenti) poté riprendersi economicamente. Nel 1966, il primo di novembre, assorbì la Magagnin di Tovena, che era nata nel 1949, e decise di espandere il servizio anche nella zona di Treviso con linea che partiva da Tovena, proseguiva per il Passo San Boldo, passando poi per Trichiana fino al capolinea della stazione di Bribano. Garantiva il servizio, considerando la presenza di gallerie, un unico mezzo: il Fiat 626 e quando la strada venne finalmente rivista e migliorata, ne utilizzò anche altri. Dalla fine degli anni ‘60 con l’industrializzazione del Bellunese furono istituite corse atipiche per portare le maestranze sui posti di lavoro negli stabilimenti tra i quali “Manifattura Alpina” di Ponte nelle Alpi, “Confezioni San Remo” di Belluno e “Costan” di Limana e si garantivano servizi di noleggio sia per l’Italia che per l’estero. Nel luglio 1983 la Zasio fu ceduta al Bacino di Trasporto di Belluno pur continuando a svolgere il servizio per circa un anno e cessò definitivamente l’attività, con bilancio in attivo, assorbita da DolomitiBus con 18 autobus e 23 dipendenti.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “Un secolo in corriera nella provincia di Belluno”): anni ‘20: autovettura Spa della ditta Zasio in servizio nella Sinistra Piave; autocorriera della Zasio di Busche; anno1932: autocorriera Spa della Zasio in servizio sulla linea Busche-Mel-Belluno; anno 1949 autocorriera Om Taurus 380 carrozzata Sicca utilizzata dalla Zasio per il servizio turistico; anno 1935: torpedone della ditta di Busche in occasione di una gita turistica sul Monte Grappa; anni 1943-45 impianto a gasogeno su autocorriera; caricamento del carbone nell’impianto a gasogeno per l’avviamento della corriera; proprietari delle ditte Buzzatti e Zasio posano assieme agli autisti delle loro autocorriere davanti a una gloriosa Fiat18-Bl con le ruote di gomma piene; anni ‘20: Lancia “Olona” telata della ditta a Zasio in sosta a Busche; anni ‘30: sosta forzata di automezzi lungo i tornanti del Passo San Boldo.
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