– Apprezzato docente in medicina all’Università di Padova, nativo di Belluno. Dalla chiesetta dei SS. Quirico e Giulitta, A Cavarzano, al termine del rettilineo verso Fisterre”. Così (con discrepanza sulla data di nascita rispetto a diverse altre fonti che la indicano nel 1450 – ndr.) è sinteticamente descritta la figura di Andrea Alpago nella “Toponomastica di Belluno”, pubblicazione che il Comune ha edito nel settembre 1990. Ancor più stringata se possibile la tabella segnaletica posta al termine della salita di Fisterre per chi provenga da via Cappellari: “Via Andrea Alpago”!. Altra discrepanza, stavolta sulla data della morte di Alpago, la cogliamo nel sito chieracostui.com: era nato nel 1450 a Belluno e deceduto il 1521 a Belluno (nella via San Lucano sulla facciata del Palazzo Alpago, vi è un busto del nostro sotto il quale – come ricorda Piero Cocconi – compare questa iscrizione: “Medico e filosofo, visse per un lungo periodo a Damasco e Cipro, viaggiando nel vicino Oriente. La sua conoscenza dell’arabo gli consentì di rivedere criticamente la traduzione medievale del Canone della medicina di Avicenna. Insegnò anche all’università di Padova”. Dell’edificio si può invece leggere che “ha probabilmente origini antiche ma oggi appare con una facciata semplice e quasi spoglia, caratterizzata da aperture e finestre architravate, ma soprattutto dal busto dell’umanista Andrea Alpago, qui ritratto in abbigliamento orientale con chiaro riferimento ai suoi studi della cultura araba e ai molti viaggi in Oriente”. Nel libro “90 profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire” gli storici bellunesi Paolo conte e Marco Perale dopo aver prudentemente scritto a proposito della nascita di Andrea che “…vede la luce a Belluno attorno alla metà del 1400 in una famiglia nobile i cui discendenti vivono ancora (gli Alpago Novello” sottolineano che “… visse a lungo in Oriente tra il XV e XVI secolo” e ricordano che “La sua versione latina del ‘Canone’ arabo è stata per secoli il testo base per i medici occidentali”. La storica Francesca Lucchetta ha pubblicato a Padova con Antenore un libro sul medico bellunese definendolo botanico, professore di medicina nell’università di Padova e celebre medico, e richiamando note dove oltre agli estremi cronologici compaiono anche le note: “dono di L. Alpago-Novello” e: “Andrea Alpago, bellunese (1450-1521). Da un quadro ad olio esistente presso il dottor Luigi Alpago-Novello nella villa di Frontin (Trichiana), quadro rubato o distrutto dai tedeschi invasori…”. Ed eccoci al sito summa gallicana che sotto il titolo Andrea Alpago Andreas Bellunensis scrive: “Medico e arabista (Belluno 1450 circa – Padova 1521), forse della famiglia dei Bongaio (o Mongaio) conti di Alpago. Visse a lungo a Damasco (1487 circa – 1517) e a Cipro (1517-1520) come medico dei consolati di Venezia, e percorse vari paesi dell’Oriente in cerca di manoscritti arabi; fu infine per breve tempo professore all’Università di Padova. Si devono a lui una revisione della traduzione medievale del Liber canonis medicinae o Canon medicinae di Avicenna e del Breviarium medicinae di Serapione il Vecchio, ambedue tradotti da Gherardo da Cremona nel sec. XII, nonché la prima traduzione latina di alcuni opuscoli filosofici e di alcuni opuscoli medici dello stesso Avicenna: in esse Alpago mostra originalità di metodo e profonda conoscenza della lingua, della scienza e della filosofia arabe”. Concludiamo questa rivisitazione di un bellunese illustre con il sito dell’enciclopedia Treccani dove è scritto: “ Medico e arabista, nato a Belluno poco dopo la metà del sec. XV, morto nel 1521. Sembra appartenesse all’antica famiglia bellunese dei Bongaio conti dell’Alpago, ed è menzionato talvolta col solo cognome Bongaio (anche nella grafia corrotta Mongaio): figlio del primo conte, Enrighetto, sarebbe stato Agostino, padre del notaio Francesco a sua volta del notaio Nicolò (m. 1475) dal quale nacquero Andrea e altri sei fratelli; si rammenta il nome della moglie di Andrea, Lucrezia, nonché la sua ammissione nel consiglio dei nobili il 12 maggio 1479 e l’atto di divisione del suo patrimonio… Niente altro è noto né dei suoi anni giovanili né dei suoi studi di medicina, che ovviamente dovettero esser compiuti a Padova. Ad acquistare conoscenza assai più che superficiale dell’arabo e della cultura islamica, tale da consentirgli d’intendere nel testo originale opere mediche e filosofiche (il che gli assegna un posto unico tra i dotti europei del suo tempo), gli porse il destro il soggiorno trentennale fatto a Damasco (a partire approssimativamente dal 1487) in qualità di medico del consolato di Venezia… La sua perizia linguistica gli procurò presso il consolato incarichi anche estranei all’arte medica, dei quali rimane traccia nei diari di Marino Sanuto in forma di rapporti, alcuni assai lunghi, inviati da lui, tra il 1504 e il 1514, intorno alla situazione politica e commerciale dell’intero Oriente, dall’Egitto e dalla Turchia fino all’india e in particolare intorno al ‘Sophi’ o ‘Suffi’, ossia lo scia di Persia, Isma’ fondatore della dinastia Safawide (1502-24), del quale Venezia ricercava l’alleanza contro i Turchi. Alpago vi è chiamato ‘Maistro Andrea bellunese’, più spesso ‘Andrea da Cividale’, dall’antica denominazione del comune di Belluno”. Ancora la Treccani: “Fin dal 1510 egli era conosciuto a Venezia come colui che ‘tradusse Avicena de arabico in latin’… Lasciò Damasco soltanto nel 1517 (forse in seguito alla conquista della Siria da parte degli ottomani?) per recarsi presso il consolato di Nicosia a Cipro dove rimase fino al 1520: secondo quanto narra il nipote Paolo (figlio di suo fratello Cristoforo), suo compagno di viaggi e di studi, avrebbe percorso la Siria, l’Egitto, Cipro in traccia di manoscritti arabi. Tornato in patria, il Senato veneto gli conferì una cattedra nell’università di Padova ma, pochi mesi dopo, la morte lo colse all’improvviso dopo la cena…”. E conclude: “Un suo busto marmoreo ‘in costume turco’ accompagnato da un’iscrizione laudativa datata del 1566 esiste tuttora a Belluno in via San Lucano sulla facciata dell’antica casa degli Alpago passata poi alle famiglie Tissi e Protti…”.
NELLE FOTO (Renato Bona e Phaidra collezioni digitali università di Padova): la tabella segnaletica col nome del medico; la via che gli ha dedicato il Comune di Belluno; il palazzo di famiglia nella via bellunese di San Lucano ed il busto con Andrea Alpago; copertina del libro di Francesca Lucchetta; un’opera dell’Università di Padova col nome del bellunese.