di RENATO BONA
L’edizione bellunese del quotidiano “Corriere delle Alpi” di domenica 18 dicembre scorso si apriva con titolo a piena pagina per la notizia che “L’Iti Segato sarà abbattuto e ricostruito. I fondi del Pnrr per l’ala di Piazza Piloni”. Paola Dall’Anese sintetizzava quindi nel sommario: “Il progetto integrato a bando entro la fine dell’anno. I Lavori da novembre. Rebus sulla destinazione degli studenti”. Titoli minori per altre due notizie parimenti importanti sul glorioso istituto bellunese: “Meccanostampi dona due nuovi macchinari per i laboratori dell’Iti” e: “I due corsi Its traslocano a palazzo Bembo. Arriva l’indirizzo turismo”. Il tutto all’indomani di un incontro che il sempre disponibile presidente della Provincia, Roberto Padrin ha avuto con i ragazzi del “Segato” partecipando agli studenti, in occasione di una iniziativa che collega scuola e lavoro, la notizia che il 28 dicembre sarà pubblicato l’appalto per il progetto integrato dell’opera, con progettazione e lavori per un importo di 7 milioni di euro di cui 4 milioni e mezzo grazie a fondi connessi al Pnrr (che sta per Piano nazionale di ripresa e resilienza – ndr.) e 2 milioni e mezzo del bilancio della Provincia. Quanto precede, e i trent’anni dalla pubblicazione, nel bicentenario della nascita di Girolamo Segato, del libro di Ivano Pocchiesa e Mario Fornaro: “Girolamo Segato, esploratore dell’ignoto” di cui ci siamo occupati ieri rende attualissimo un altro pregevole volume:”Belluno 1905-2005: un secolo dell’Istituto tecnico industriale Girolamo Segato” che, per conto di Assindustria Belluno, è stato realizzato nell’ottobre 2005 da Luigi Rivis, che dell’Iti fu prima studente e in seguito docente. In copertina, simpatica coincidenza, il disegno-prospettiva risalente al 1953 del progetto di ampliamento dell’Itis, con la facciata del nuovo fabbricato verso via Tasso-Piazza Piloni che verrà successivamente ridisegnato dall’architetto Mario Sanzovo. Nelle oltre 250 pagine del suo pregevole lavoro, Rivis ha riservato ampio spazio al capitolo “Le vicende degli edifici” ricordando la prima sede della scuola; il fabbricato delle “officine”; il passaggio dall’ex convitto Tiziano alla sede principale, l’espansione ad est ed i successivi ampliamenti e completamenti. Per quanto riguarda in particolar l’espansione a est verso piazza Piloni l’autore ricorda che “Con la fine della prima guerra mondiale la popolazione scolastica della Regia scuola industriale aumentò notevolmente: mentre la direzione della scuola aveva in animo di introdurre nuovi corsi di perfezionamento si poneva quindi nuovamente il problema di un’ordinata espansione edilizia sia per aule che per officine e laboratori”. Dopo un iter piuttosto tormentato, il 18 giugno 1924 venne perfezionato l’acquisto della proprietà Longana, affrontando una spesa di 300 mila lire; la scuola poteva in tal modo disporre di un’area di oltre 5.300 metri quadrati compresa tra il Viale delle Alpi, via Ippolito Caffi, via Giordano Bruno e Convitto dei Salesiani e fu possibile progettare una razionale sistemazione dell’area. Anche nell’immediato secondo dopoguerra – scrive ancora Rivis – la scuola dovette prepararsi alla nuova realtà: l’aumento della popolazione scolastica, le esigenze didattiche di un numero maggiore di corsi, le necessità dello sviluppo del territorio e dell’economia bellunese e soprattutto nazionale, dopo le distruzioni belliche. L’urgenza del rinnovo e dell’ampliamento di una parte degli edifici si palesò subito. Erano necessari e furono previsti la sopraelevazione dei reparti macchine utensili e aggiustaggio per poter ricavare i laboratori del gruppo elettrico, la fonderia, il reparto trattamenti termici; la sopraelevazione del reparto falegnameria per la costruzione di tre aule; la costruzione di una nuova ala su terreno di proprietà dell’Istituto per allogarvi l’aula magna, l’aula di macchine con relativo laboratorio, l’aula di chimica con annesso gabinetto, l’alloggio per il custode, la sala per la visita medica, le docce e i servizi vari. Ma se ne sarebbe riparlato sul finire degli anni ‘40. E nel 1953 ebbero inizio i lavori. Passano i lustri ed è di questi giorni l’importante annuncio del presidente Padrin!
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Luigi Rivis): il titolo del “Corriere delle Alpi”; il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin; la copertina del pregevole volume; l’autore Luigi Rivis; costruzione del collegamento tra le due ali sul retro del fabbricato centrale, seconda metà anni ‘20; il cortile interno inferiore a metà anni ‘30; lavori di costruzione del fabbricato in curva; così l’edificio nei primi anni ‘60; foto aerea della situazione attuale; panoramica sul fabbricato di via Tasso; esterno della sede scolastica; anno 1962: foto-ricordo per gli elettrotecnici.