di RENATO BONA
Nel libro dei “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi” non poteva certo mancare Antonio Dazzi. E infatti il maestro Mario De Nale, autore del volume (edito nell’agosto 1978, in occasione del centenario di Placido Fabris, ad iniziativa del Centro sociale di educazione permanente di Tambre e dell’Associazione Emigranti Bellunesi, con la tipografia Piave di Belluno) ne rievoca la figura oltre a pubblicare quella che era la foto ufficiale del primo ambasciatore d’Italia a Malta, Dazzi appunto. De Nale ricorda che il nostro nacque da Domenico e Rosa De Vallier, il 13 giugno 1905 a Unterschlatt, in Svizzera, dove la famiglia era emigrata per ragioni di lavoro. E venne a mancare l’1 settembre 1980. I Dazzi erano rientrati al paese d’origine, Farra d’Alpago, quando Antonio aveva 11 anni e dopo aver frequentato per un mese le prime tre classi per perfezionare la lingua italiana dato che aveva già frequentato la scuola svizzera di lingua straniera, fu iscritto alla quarta classe che superò a pieni voti. L’autore ipotizza quindi che “le condizioni economiche della sua famiglia non dovevano essere delle più felici se il ragazzo, fin dall’età di 12 anni fu costretto a lavorare nelle mandrie del Cansiglio e a Spert alle dipendenze della famiglia Bino. Doveva tuttavia essere dotato di una intelligenza non comune se poi, da umile pastorello che era, poté intraprendere una brillante carriera”. Avvenne infatti – è ancora De Nale a richiamarlo – che, cedendo alle numerose insistenze dei maestri i quali a scuola ne avevano scoperto un grande amore per i libri, i genitori lo avviassero agli studi nel seminario di Feltre, da dove passò poi a quello di Belluno. In seguito, per poter andare avanti nello studio, essendo impossibilitata la famiglia, si procurò i mezzi facendo l’istitutore in vari collegi fino al conseguimento della laurea in giurisprudenza, ottenuta all’Università di Torino il 12 luglio 1932. Ancora la biografia di Antonio Dazzi: prestato il servizio militare come ufficiale di fanteria e visto che conosceva bene diverse lingue: francese, tedesco, inglese, spagnolo, russo e maltese, venne assunto come impiegato avventizio al Consolato italiano di Colonia sul Reno. Nel frattempo si unì in matrimonio con Attilia Elisabetta Albertoni, discendente dal nobile casato dei Malaspina, “che gli fu compagna affettuosa e di grande bontà e fedeltà, e suscitatrice di quei valori umani e cristiani che seppero procurargli la stima di quanti lo conoscevano, contribuendo così in modo determinante ad aprirgli la strada della carriera diplomatica”. E gli dette due figli: Nino, docente di psicologia all’Università di Roma, redattore dell’Enciclopedia Treccani e membro del Comitato nazionale della ricerche e Ludfovico Maria, funzionario dell’Alitalia. Dopo un concorso dall’esito felice entrò alle dipendenze del ministero degli Esteri con incarichi a Parigi, Washington e Berna e occupò il posto di console generale di Berlino dal settembre 1948 al febbraio 1963. Durante la guerra fu nel Comitato di liberazione nazionale per la provincia bellunese dove poi divenne prefetto. Eletto deputato nella seconda legislatura (1953-58) nelle liste della Democrazia cristiana, ebbe modo di occuparsi con grande impegno soprattutto di questioni migratorie e del lavoro. Numerosi gli incarichi cui fu chiamato: consigliere di amministrazione e consigliere generale della Cassa di risparmio, dell’Istituto di Credito fondiario delle Venezie, presidente dell’istituto minerario “Follador” di Agordo, presidente della società Fratelli Da Ros di Vittorio Veneto, consigliere comunale e presidente di almeno una trentina di enti ed associazioni a carattere religioso, politico, culturale ed economico; ancora: delegato a molteplici congressi e alla stipulazione di trattati e convenzioni internazionali oltre che commissario d’esame nei concorsi del ministero degli Esteri, interprete in incontri ufficiali di livello internazionale, amministratore della Sina, Società di iniziative nazionali autostradali; autore del volume “Accordi e convenzioni tra l’Italia e la Germania in materia di emigrazione e sicurezza sociale”. Per i suoi riconosciuti grandi meriti fu insignito di prestigiose onorificenze: grande ufficiale al merito della Repubblica italiana, Cavaliere magistrale del sovrano Ordine di Malta, Nobile protettore della Contrada dell’Aquila di Siena, cavaliere di gran croce al merito della Repubblica italiana. Il sito: https://baldi.diplomacy.edu/ scrive che “Il primo Ambasciatore d’Italia a Malta, Antonio Dazzi, prestò servizio per circa sei anni: dal 1 dicembre 1964 al 30 giugno 1970. Al termine della sua missione, furono in tanti a scrivere bene di lui sui giornali locali, lodando il suo impegno a rafforzare le relazioni italo-maltesi e a sostenere attivamente l’amicizia tra i rispettivi governi. Il suo contributo fu importante nell’instaurazione dei collegamenti marittimi e aerei tra Malta e l’Italia e nella stesura dei quattro accordi di collaborazione firmati nel 1967. Nell’estate del 1970, dopo la partenza di Dazzi, arrivò a Malta l’ambasciatore Guido Soro che prestò servizio per un brevissimo periodo. L’anno successivo, nel 1971, gli subentrò Enrico Giglioli”. Negli archivi dell’Abm, Associazione bellunesi nel mondo, oggi presieduta da Oscar De Bona, consultando il periodico del sodalizio si può leggere la cronaca di un incontro che Dazzi ebbe con i tanti amici di Farra d’Alpago prima di rientrare a Malta dopo un periodo di vacanza nella terra dei genitori. Nell’occasione Dazzi elogiò l’Associazione e rivolgendo al direttore mons. Virgilio Tiziani, ebbe parole di viva simpatia per il giornale “che gli giunge puntualmente ogni mese, recandogli notizie spesso di prima mano e perciò particolarmente gradite, di Farra d’Alpago, di Belluno e dell’intera provincia del Piave che è e sarà sempre nel cuore dell’ambasciatore Antonio Dazzi ovunque egli si trovi”.
NELLE FOTO (Wikipedia, Bellunesi nel mondo, riproduzione dal libro “Personaggi illustri dell’Alpago e Ponte nelle Alpi”): l’ex ambasciatore di origini alpagote (di Farra) Antonio Dazzi, personaggio illustre e benemerito; immagini di Villa Bel Air sede dell’ambasciata d’Italia a Malta dove operò Dazzi; ecco il diplomatico di origini alpagote in occasione di un incontro a Malta con il ministro degli Esteri italiano, Amintore Fanfani; la frazione svizzera di Unterschlatt dove nacque Antonio Dazzi nel 1905; panoramica del Cansiglio dove il dodicenne Antonio lavorò con le mandrie.