L’OPINIONE
Autorevoli e ben documentate realtà territoriali, di rappresentanza sociale e sindacale, recentemente hanno evidenziato la preoccupante situazione, anche qui in Veneto, di molte miglia di persone anziane che vivono in solitudine. Una solitudine che non trova, complessivamente, una particolare e capillare attenzione da parte delle pubbliche istituzioni, che, anche per oggettive difficoltà economiche nei loro bilanci, a causa dei tagli sui trasferimenti finanziari governativi, coinvolgono le reti locali del volontariato, il più delle volte per prestazioni sostitutive di servizi e non di sussidiarietà come, invece, stabilisce la Carta Costituzionale. Comunque, per fortuna che quotidianamente moltissimi volontari (donne e uomini) affiancano e supportano tantissimi anziani soli: nel trasporto sociale; nei pasti e farmaci a domicilio; nelle passeggiate; negli incontri culturali; nelle lezioni alle università popolari; nell’accompagnamento alle prestazioni sanitarie; nella convivialità in RSA. Tutte attività di convinta solidarietà, svolte con grande passione umana. Un volontariato ancorato all’altruismo, come lo si può, ad esempio, rilevare, da oltre 35 anni di pregevole esperienza, da AUSER, una realtà associativa nata nel 1989 grazie alla straordinaria intuizione del sindacalista CGIL Bruno Trentin, figlio del giurista veneto, antifascista, Silvio Trentin. Quindi si può affermare, riscontrare, che grazie al volontariato (per fortuna) la solitudine per un buon numero di anziani non è un problema. Pertanto sarà bene ed opportuno che il Codice del Terzo Settore venga velocemente modificato negli articoli che interessano il volontariato: troppa burocrazia, “lacci e laccioli”, penalizzano le associazioni della sussidiarietà.
Franco Piacentini – FELTRE