La distribuzione agli apicoltori di fogli cerei è un test per valutare i diversi prodotti in commercio e misurare l’impatto di tali materiali sugli alveari, la vita e la produttività delle api. Il monitoraggio, condotto con la collaborazione degli apicoltori, è oggetto di studio da parte dell’Istituto sperimentale Zooprofilattico delle Venezie, che al termine della sperimentazione potrà pronunciarsi sui migliori materiali disponibili per l’apicoltura.
Così l’assessore all’Agricoltura spiega le motivazioni della distribuzione alle associazioni degli apicoltori di fogli cerei, contestato dall’associazione Apimarca e oggetto di una interrogazione consiliare.
Il progetto “Caratteristiche della cera d’api (fogli cerei) possibili ricadute sull’allevamento delle api”, previsto dalla delibera di Giunta n. 284 del 13/03/2018, in applicazione della L.R. 23/94, prevedeva d’indagare l’accettabilità, da parte delle api, di fogli cerei ordinariamente presenti sul mercato per l’apicoltura convenzionale.
Ciò ha significato – spiega l’assessore – distribuire 20.500 fogli di 12 lotti commerciali diversi ad apicoltori delle nove associazioni di produttori che hanno aderito al progetto. L’accettabilità si misura con l’utilizzo che ne fanno le api dei fogli cerei attraverso la costruzione delle cellette. Questa valutazione verrà fatta “in campo” anche con l’ausilio di appositi questionari che sono stati predisposti e che devono essere compilati dagli apicoltori.
Trattandosi di valutazioni di prodotto commerciale, è quindi di tutta evidenza che la prova si è basata su fogli ordinariamente disponibili per l’apicoltura convenzionale e che possono contenere tracce di residui di contaminanti. Questo perché ordinariamente i fogli sono costituiti da cera fusa e riciclata, che può contenere tracce di principi attivi utilizzati in agricoltura o dagli stessi apicoltori convenzionali per la lotta alla varroa.
Va detto, peraltro – fa notare l’assessore – che non essendo la cera un prodotto alimentare non sono previsti valori minimi di legge per le sostanze estranee alla cera.
Infine – ricorda l’assessore – il progetto è stato approvato dalla Consulta regionale per l’apicoltura, che rappresenta il sistema delle associazioni apistiche senza sollevare alcuna obiezione o valutazione in merito, coscienti che la finalità era relativa a valutazioni del prodotto commerciale convenzionale.