DI RENATO BONA
TANTI AUGURI MONSIGNOR CARLIN. IL “PENITENZIERE” DELLA CATTEDRALE (PER 27 ANNI), FONDATORE DELLA BELLUNESI NEL MONDO, COMPIE OGGI 100 ANNI E OGGI CONCELEBRERA’ LA MESSA CON IL VESCOVO RENATO MARANGONI E L’EMERITO GIUSEPPE ANDRICH. IERI GLI AUGURI ALLA RADIO DI RENATO BONA
OGGI martedì 8 marzo, a Dio piacendo, come suole dirsi, taglierà nella sua abitazione bellunese di via Sant’Andrea, il prestigioso traguardo dei cent’anni di vita monsignor Mario Carlin, nativo di Sedico, classe 1922, noto e stimato per essere stato, fra l’altro, per ben 27 anni il canonico penitenziere della cattedrale-basilica di Bedlluno (incarico cui aveva rinunciato due anni fa, per motivi di salute, venendo sostituito con decreto del vescovo monsignor Renato Marangoni, da don Giovanni Unterberger, classe 1943, di Pieve di Cadore che fu direttore spirituale del Seminario gregoriano dal 1976 e fino al 2014, purtroppo stroncato dal Covid). Vogliano a questo punto ricordare chi è e cosa fa il Penitenziere: è un prete che fa servizio in cattedrale ed è incaricato in modo particolare per il ministero della riconciliazione: è infatti autorizzato ad assolvere anche quei casi speciali per i quali il diritto prevede censure canoniche riservate all’autorità del Vescovo. In occasione del 90. compleanno di Carlin, l’allora decano della cattedrale, monsignor Ausilio Da Rif (mancato poche settimane fa – ndr.), anche per conto del vescovo dell’epoca ed oggi “emerito”, Giuseppe Andrich, nell’indirizzo di saluto introducendo la messa, aveva risposto al “saluto liturgico” fi “monsignor venerando” manifestandogli la cordiale ed intensa partecipazione all’eucarestia e poi sottolineando che: “Più volte la Bibbia qualifica la lunga vita come un dono speciale del Signore” e, sempre rivolto a Carlin: “Tanto più questo è vero per lei che ha dedicato a Dio tutti i suoi anni: la preparazione in seminario, il ministero di cappellano, parroco di Fortogna, San Pietro di Cadore, Gron, Limana e Paderno, canonico penitenziere di questa cattedrale, fedele, assiduo, apprezzato”. Aveva quindi illustrato una serie di benemerenze di don Mario quale delegato per l’Emigrazione, delegato per la Vita consacrata, assistente di vari gruppi di spiritualità (tra i quali il Movimento diocesano di spiritualità monfortiana per i Gruppi Nazaret-Belluno, Magnificat-Bribano, Betlemme-Tai di Cadore sul cui periodico ciclostilato “Il Rosone” il responsabile don Alfredo rivolge l’augurio di buon compleanno a don Mario: “L’affetto, la riconoscenza e la preghiera di tutti noi le diano forza e serenità in ogni momento!”, annunciando quindi per martedì 8 marzo la celebrazione in Duomo di una “messa di ringraziamento” per don Carlin, rivolgendo agli aderenti l’invito a partecipare numerosi e confidando nella presenza del “festeggiato”), organizzando ritiri, incontri, pellegrinaggi”. Va ricordato che fu anche direttore per ben 29 anni, dal primo numero del 1994, della rivista “Humilitas papa Luciani”. Il 3 novembre 2016 il sito telematico dell’Associazione Bellunesi nel mondo” a sua volta riportava parole di don Mario Carlin pronunciate in occasione del consiglio direttivo del 127 ottobre: “Era il mese di gennaio del 1966 quando fondammo l’allora Associazione Emigranti Bellunesi. Una realtà che doveva nascere per morire presto. Il raggiungimento del nostro 50.mo anniversario ci fa invece capire che il suo destino era un altro. L’Abm è ormai un elemento costituente della vita sociale della nostra comunità ed è in continua crescita”. Il presidente del benemerito sodalizio, Oscar De Bona sottolineava il fatto che nel suo intervento don Mario “ha ripercorso mezzo secolo di storia di emigrazione bellunese con una lucidità unica per la sua veneranda età di 95 anni, ricordando nomi, date, fatti che hanno coinvolto la crescita dell’Abm. Un viaggio che ha incontrato grandi difficoltà, sofferenze e disagi, ma anche soddisfazioni, vittorie e conquiste per quelle decine di migliaia di bellunesi residenti all’estero”. Sottolineava quindi che il legame tra l’Abm e la Chiesa locale è stato tenuto per 36 anni dal delegato diocesano don Mario il quale concludeva così: “La Bellunesi nel Mondo sta percorrendo una strada gloriosa e io la porterò sempre nel mio cuore”. In chiusura dell’incontro era stata consegnata a don Mario una targa ricordo con la dicitura: “A monsignor Mario Carlin, fondatore dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, con viva riconoscenza”. Concludiamo questa rivisitazione della figura e dell’opera di don Carlin – al quale con un delicato abbraccio rivolgiamo sinceri auguri ndr. – ricordando che all’inizio di aprile dello scorso anno fu organizzato un incontro online del presbiterio al posto della messa crismale sospesa per la situazione epidemiologica, sul tema: “Padre, fratello, maestro e testimone”, con meditazione del vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni. Nel servizio sul sito “chiesabellunofeltre” a firma di don Giuseppe Bratti si poteva leggere: “Padre, fratello, maestro e testimone” è la gamma delle relazioni che descrive il prete, secondo mons. Mario Carlin, classe 1922, 76 nni di sacerdozio ben portati, iniziati il primo giugno 1945. Brillano, ad ascoltarlo, gli occhi di seminaristi, diaconi permanenti e presbiteri, che si sono collegati in piattaforma per un tempo di fraternità sacerdotale” e ricordava: “Don Carlin h ricordato i suoi quarant’anni di vita parrocchiale come quelli dell’esperienza fondante per un prete. Declama la sua testimonianza con sicurezza pari alla – ampia – estensione lessicale. “La parrocchia è la famiglia del prete”, dice, e in questa famiglia il parroco non si identifica in un ruolo, ma ora è padre, ora maestro, ora testimone, ora fratello. Padre, fratello, maestro e testimone: per tutte le famiglie i ruoli non sono stereotipati, a differenza di un’azienda di successo grazie alla certezza di compiti e mansioni per tutti i suoi dipendenti”.
NELLE FOTO (dai siti chiesabellunofeltre e bellunesi nel mondo e Renato Bona): espressioni di don Mario Carlin; la cattedrale-basilica di Belluno dove era penitenziere; il confessionale usato da don Carlin; due momenti dell’incontro nella sede della Bellunesi nel mondo; il vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni; don Mario ed il suo collega Domenico Cassol, col vescovo Muccin in visita negli anni ’60 ad un cantiere del Ticino dove lavoravano numerosi bellunesi; prima pagina della rivista Humilitas papa Luciani diretta per lustri da don Carlin.