È possibile lottare per un presente e un futuro migliori, per tutti
Lia Pipitone (1958-1983) “Non bisogna mai spaventarsi di parlare e confrontarsi” Alla memoria di Lia Pipitone è intitolato il presidio di @libera_bellunese.orientale Francesco Marcone (1937-1995) “Lo Stato siamo noi” Alla memoria di Francesco Marcone è intitolato il presidio di Libera Valbelluna.
PUNTATA 05
E’ possibile progettare un mondo in cui il NOI prevalga sull’Io
Hamdi Lala (1965-2000) Abbiamo scelto di raccontare la storia di Hamdi Lala perchè oltre alla problematica dello sfruttamento delle persone da parte del poter mafioso, abbiamo avuto la possibilità di riflettere sulle vite dei migranti in Italia, che pur scappando dai loro paesi in cerca di opportunità migliori, continuano spesso ad essere sfruttate e a vivere in situazione di povertà.
Hyso Telharaj (1977-1999) Nell’anno scolastico 2017/2018 i ragazzi della 2B di Canale hanno approfondito la vicenda di Hyso Telharaj, giovane albanese di 22 anni morto a Cerignola in Puglia per mano del caporalato mafioso: aveva infatti avuto il coraggio di dire no ai soprusi cui erano sottoposti (e purtroppo lo sono ancora…) i braccianti agricoli. A lui hanno dedicato una canzone che in questi giorni è arrivata alla famiglia di Hyso in Albania
PUNTATA 04
È possibile coltivare ideali di onestà, rispetto, cura.
Nadia Nencioni (1984 -1993) Di fronte a questi fatti, noi ci chiediamo: “Queste persone possono essere definite umani? Può la mafia uccidere bambini innocenti e distruggere intere famiglie?” Alberto Varone (1942 – 1991) La storia di Alberto ci ha colpiti perché era una persona che lavorava duramente per mantenere la sua famiglia e continuò a farlo fino alla morte anche se minacciato dai mafiosi.
Peppino Basile (1947-2008) Egli amava farsi chiamare “Il figlio del Popolo” e con l’arma dell’ironia aveva condotto piccole e grandi battaglie volte a migliorare la situazione del suo paese.
AUDIO
PUNTATA 03
È possibile sognare un mondo in cui la criminalità organizzata non sia più presente
Bonifacio Tilocca (1933-2004) Ricordiamo le parole di suo figlio Peppino: “Noi familiari possiamo vivere una giornata come questa da soli con rabbia oppure in piazza insieme a tante persone, e per questo vi ringrazio per la vostra presenza. La morte di mio padre è un elemento incancellabile, però oggi io posso essere qua in mezzo a migliaia di persone a parlarne, mentre chi ha ucciso mio padre deve stare zitto e nascosto. Noi possiamo sventolare le nostre bandiere, loro no.”
Matteo Toffanin (1969-1992) Abbiamo deciso di approfondire la storia di Matteo Toffanin per la sua origine veneta. È interessante conoscere i dettagli di un’organizzazione mafiosa, la Mala del Brenta, di cui non si sente molto parlare: le mafie non esistono solo al sud e portano solo morte e dolore.
audio
PUNTATA 02
È possibile impegnarsi ogni giorno in difesa di giustizia e legalità. Giuseppe e Salvatore Asta con Barbara Rizzo (1979-1985, 1955-1985) Alla memoria di Barbara Rizzo è intitolato il presidio di @libera_cadore e proprio ai gemellini Giuseppe e Salvatore Asta il 18 maggio 2018 abbiamo voluto dedicare la biblioteca della scuola secondaria di primo grado di Canale d’Agordo. Peppino Impastato (1948-1978) Peppino Impastato è uno dei nomi più noti quando parliamo di lotta alla mafia, a lui è stato intitolato il parcheggio in località Tamonich ad Agordo. Giancarlo Siani (1959–1985) Alla memoria di Giancarlo Siani è stata dedicata un’aula della scuola secondaria di primo grado di Agordo.
audio
PUNTATA 01
È possibile impegnarsi nel proprio piccolo per combattere l’indifferenza. Lucia Precenzano (1937 – 1992); Salvatore Aversa (1933 – 1992). Alla memoria di Lucia e Salvatore è dedicato il presidio agordino di Libera, perché la memoria diventi impegno nel quotidiano. Come Lucia ha vissuto i propri valori, nella “normale” quotidianità di donna, cittadina, insegnante, mamma, moglie, ecc., così anche Libera Agordino guarda a lei come ad un esempio perché le giornate siano caratterizzate da rispetto, gentilezza, generosità, altruismo. Salvatore era un uomo dello Stato e credeva profondamente nei valori che incarnava attraverso il suo lavoro: che il suo senso del dovere sia d’esempio.
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