REDAZIONE Percorro la regionale 203 agordina da sempre, da quando la galleria dei Castei non era nemmeno stata progettata, ma scendere a Belluno non era così pericoloso come oggi. Non per i sassi che ogni tanto cadono e solo la fatalità non ha incrementato i bilanci mortali, non per gli ungulati che attraversano la strada come a quello sfortunato motociclista finito fuori strada a Candaten. Oggi ci concentriamo sull’altro pericolo della 203, l’alta velocità e la mancanza di adeguati controlli. Ricordo che da ragazzino si sfrecciava tra il ponte “Ti vedo” al Mas di Sedico e i Casoni (la rotonda ancora non c’era), si sfrecciava fino a quando Carabinieri, Polizia e Polizia Locale non hanno iniziato ad alzare la paletta. La voce si è subito sparsa e da allora sono in pochi che, conoscendo la zona, si arrischiano a superare i 50. Poi la bella iniziativa del Comune di Sedico per “frenare” le auto in corsa sul rettilineo di Candaten. Operazione riuscita, in pochi superano i 90 perché sanno che la sanzione è assicurata. Gli automobilisti si passano spesso e velocemente la parola e Candaten è subito diventato Stangaten: la stangata prima della Stanga. In ogni caso, operazione riuscita c’è molta disciplina lungo i 100 metri che precedono e seguono l’autovelox, quindi obiettivo raggiunto. Ciò che invece non interessa a nessuno è che negli altri 20 chilometri di strada ognuno si sente in diritto di premere l’acceleratore, tanto Carabinieri, Polizia, Polizia Locale non si vedono mai è sufficiente prestare attenzione in prossimità dell’autovelox. I due punti più a rischio sono in prossimità del ristorante La Stanga (limite 70 orari), sorpassi con presenza di linea continua, e subito dopo il rettilineo di Candaten dove ironia della sorte c’è pure un limite di velocità (50 chilometri) che nessuno osserva. Di questa mattina le due riprese in dash cam auto, ma vi assicuro che capita tutti i giorni, a tutte le ore. (FOTO A LATO DI ANDREA DEON, RETTILINEO CANDATEN, QUALCHE CENTINAIO DI METRI OLTRE IL CONTROLLO AUTOVELOX)
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